Un’ombra si allunga sulla Sardegna: l’incremento dei maltrattamenti contro bambini e adolescenti, con un’impennata del 58% negli ultimi cinque anni, configura una vera e propria emergenza sociale che richiede un’analisi approfondita e interventi mirati. I dati, recentemente resi pubblici dalla garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Puligheddu, in seguito alla pubblicazione dell’Indagine nazionale di Terre des Hommes e Cismai, dipingono un quadro allarmante e complesso.La trascuratezza, intesa non solo come mera mancanza di beni materiali ma come deficit di cure emotive, attenzioni e stimoli necessari per lo sviluppo sano, rappresenta la forma più diffusa di abuso, interessando quasi il 37% dei minori. A seguire, la violenza assistita, un’esposizione traumatica a dinamiche conflittuali e aggressioni tra adulti, si manifesta nel 34% dei casi, lasciando cicatrici invisibili ma profonde nel tessuto psichico dei giovani. Sebbene il 12% dei casi coinvolga violenza psicologica – manipolazione, umiliazioni, isolamento emotivo – e l’11% maltrattamento fisico, è l’insieme di queste esperienze, spesso interconnesse, a generare un danno cumulativo che compromette il benessere presente e futuro dei bambini.Il dato più sconcertante, come sottolinea la garante Puligheddu, è che l’87% di questi abusi si consuma all’interno del contesto familiare, il luogo che dovrebbe rappresentare rifugio e sicurezza. Questa realtà contorta, dove il focolare domestico si trasforma in un ambiente di sofferenza e paura, evidenzia una profonda crisi dei valori e delle competenze genitoriali, spesso aggravata da fattori socio-economici quali povertà, disoccupazione, dipendenze e conflitti interpersonali. L’assistere passivamente a tale scenario sarebbe un fallimento per l’intera comunità.Per affrontare efficacemente questa emergenza, è imperativo superare la logica reattiva e puntare su una strategia di prevenzione e protezione proattiva. L’istituzione di un Osservatorio regionale sull’infanzia e l’adolescenza si presenta come uno strumento cruciale. Un osservatorio di questo tipo dovrebbe non solo raccogliere e analizzare dati per identificare trend e aree critiche, ma anche promuovere la ricerca scientifica, sensibilizzare l’opinione pubblica e coordinare l’azione di diversi attori istituzionali e del terzo settore.L’azione di contrasto deve necessariamente coinvolgere e rafforzare i sistemi sociale, sanitario, educativo e di tutela dei diritti dei minori, promuovendo la formazione di operatori specializzati, offrendo supporto psicologico alle famiglie in difficoltà e garantendo un accesso equo a servizi di qualità. È fondamentale investire in programmi di educazione genitoriale, che forniscano ai genitori gli strumenti necessari per affrontare le sfide della crescita dei figli in modo positivo e costruttivo, favorendo relazioni familiari sane e resilienti. La prevenzione della violenza minorile non è solo una questione di giustizia sociale, ma un investimento nel futuro della Sardegna, una società più giusta, equa e inclusiva per tutti i suoi cittadini.
Sardegna, boom di abusi: emergenza bambini e adolescenti.
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