mercoledì, 16 Luglio 2025
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Sardegna, decima in Italia: analisi Crea Sanità e aree di miglioramento.

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Il recente rapporto Crea Sanità dell’Università di Roma Tor Vergata proietta un quadro complesso e sfumato della qualità della vita in Sardegna, evidenziandone le specificità all’interno del contesto nazionale. L’analisi, frutto del contributo di un ampio panel di esperti del sistema sanitario, colloca l’isola al decimo posto della classifica, un posizionamento che, pur non drammatico, solleva interrogativi e suggerisce aree di miglioramento cruciali.La metodologia di valutazione si basa su un’indagine multidimensionale che mira a quantificare la capacità dei cittadini di condurre una vita piena e autonoma. Non si tratta semplicemente di misurare l’accesso ai servizi sanitari, ma di analizzare come questi si traducano in benessere reale, considerando aspetti come la capacità di svolgere le attività quotidiane, la gestione dello stato emotivo (ansia, depressione), la percezione del dolore fisico e la mobilità.Il rapporto evidenzia una marcata polarizzazione nel panorama regionale italiano. Due regioni, Veneto e Provincia di Trento, si distinguono nettamente per performance eccezionali, superando di gran lunga il benchmark nazionale. A queste si aggiunge un secondo gruppo, composto da sei regioni (Provincia di Bolzano, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Piemonte e Lombardia) che raggiungono livelli di tutela della salute significativamente più elevati rispetto alla media.La Sardegna, invece, si inserisce nel terzo gruppo, condividendo questa posizione con regioni come Friuli, Molise, Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche. Sebbene non si tratti di una posizione critica, la performance del 40% segnala delle criticità strutturali che richiedono un’attenzione mirata. Il dato è particolarmente rilevante se si considera che la Sardegna si pone come la regione con la performance migliore nel Mezzogiorno, suggerendo che, nonostante le difficoltà, esistono elementi di eccellenza da preservare e potenziare.Un elemento allarmante è rappresentato dalla vulnerabilità economica delle famiglie sarde, pesantemente colpite dalle spese sanitarie. Questa condizione, spesso interconnessa con fattori socio-economici più ampi, aggrava le disuguaglianze e limita l’accesso alle cure per le fasce più deboli della popolazione. Correlata a questa è la scarsa adozione di stili di vita salutari e la limitata partecipazione alla prevenzione, fenomeni che contribuiscono a generare un carico di patologie croniche difficilmente gestibile.Un altro aspetto critico è rappresentato dalla carenza di servizi di assistenza domiciliare integrata per gli anziani e la limitata speranza di vita senza limitazioni funzionali, indicatori chiave della qualità della vita nella terza età. Tuttavia, il rapporto non si limita a dipingere un quadro negativo. Si segnalano elementi positivi, come la significativa spesa sociale dei comuni, orientata all’integrazione sociale e all’assistenza domiciliare, e la spesa sanitaria pubblica pro-capite superiore alla media europea. Infine, è interessante notare che la percezione di insoddisfazione tra gli utenti dei servizi sanitari sardi è relativamente bassa, suggerendo una buona capacità di adattamento e resilienza da parte della popolazione.In conclusione, il rapporto Crea Sanità offre un’analisi approfondita delle dinamiche che influenzano la qualità della vita in Sardegna, evidenziando non solo le criticità, ma anche le opportunità di miglioramento e le peculiarità che la contraddistinguono. Un approccio integrato, che coinvolga istituzioni, professionisti sanitari e cittadini, si rivela fondamentale per affrontare le sfide future e garantire a tutti i sardi il diritto a una vita lunga, sana e dignitosa.

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