La Giornata mondiale del donatore di sangue, quest’anno, assume un significato particolarmente profondo per la Sardegna, un’isola che testimonia quotidianamente la forza imprescindibile della solidarietà. Le circa 85.000 sacche di sangue raccolte nell’ultimo anno rappresentano un dato significativo, ma, per garantire l’autosufficienza regionale, l’obiettivo delle 110.000 sacche necessarie rimane una sfida cruciale. Il merito di questo importante risultato, che vede oltre l’80% delle raccolte attribuibile all’impegno capillare delle sedi Avis sparse sul territorio, merita un plauso sentito e un ringraziamento sincero rivolto a tutti i donatori e le donatrici sarde.Il gesto della donazione non è semplicemente un atto medico, ma un’espressione di civiltà, un ponte che unisce individui diversi in un progetto comune di cura e supporto reciproco. È un atto di generosità che trascende il personale, incarnando un profondo senso di responsabilità sociale e un’attenzione verso il prossimo che ne ha bisogno. Molte vite dipendono da questa disponibilità, da questa capacità di condividere un bene prezioso come il sangue, elemento vitale per interventi chirurgici, terapie salvavita e trattamenti per pazienti affetti da patologie ematologiche.Un segnale incoraggiante giunge dal contesto nazionale: il recente convegno Avis ha evidenziato un incremento superiore al 5% dei nuovi donatori tra i 18 e i 25 anni, con un numero che ha superato le 75.000 unità. Questo dato riflette una crescente consapevolezza tra le nuove generazioni, spinte da un desiderio di contribuire attivamente al benessere della comunità e di lasciare un’impronta positiva nel mondo.Tuttavia, come sottolinea il presidente Avis regionale, Vincenzo Dore, l’entusiasmo dei nuovi donatori rappresenta solo il primo passo. La vera sfida risiede nella fidelizzazione, ovvero nel trasformare l’esperienza iniziale in un impegno duraturo, coltivando un’abitudine consapevole e radicata nel tempo. Questo implica un lavoro costante di sensibilizzazione, informazione e supporto, volto a creare una relazione di fiducia tra il donatore e l’organizzazione.L’estate, stagione caratterizzata da un aumento fisiologico dei fabbisogni ospedalieri, mette ulteriormente a dura prova il sistema. La riduzione delle scorte, spesso accentuata dalla diminuzione dei donatori abituali durante le vacanze, rischia di compromettere la disponibilità di sangue per le emergenze e le terapie programmate. È quindi imperativo agire con tempestività, rafforzando la rete di donatori, incentivando la partecipazione e garantendo una comunicazione efficace per rispondere con prontezza a questa necessità impellente. La donazione di sangue non è solo un atto di beneficenza, ma un investimento nel futuro della salute e del benessere collettivo della Sardegna.
Sardegna, eroi silenziosi: il sangue che salva e unisce.
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