Nel cuore di Scanno, un borgo abruzzese sospeso tra cielo e montagne, custode di un’identità secolare, un’iniziativa artistica si è posta l’ambizioso obiettivo di conciliare l’infrastruttura urbana con la bellezza del paesaggio.
Quelle anonime e funzionali cassette per contatori, spesso percepite come elementi di rottura nell’armonia visiva del centro storico, hanno ceduto il passo a un’esplosione di colori e storie, trasformandosi in piccole tele che celebrano l’eredità culturale di Scanno.
L’intervento, un connubio virtuoso tra l’amministrazione comunale, la Consulta giovanile e il sostegno di Enel, non si limita a una semplice operazione di “abbellimento”.
Si tratta di una rilettura contemporanea del patrimonio immateriale di Scanno, un gesto di profonda sensibilità verso l’importanza di preservare le radici e di trasmetterle alle nuove generazioni.
L’idea, nata dall’intuizione del giovane Lorenzo Gentile e matura gestita da Federico Di Cesare, presidente della Consulta, ha saputo coinvolgere un’intera comunità, creando un senso di appartenenza e di orgoglio locale.
Le immagini che adornano le cassette non sono semplici illustrazioni, ma vere e proprie narrazioni visive.
Rivivono l’arte orafa, un’eccellenza artigianale tramandata di padre in figlio, con i suoi intricati fili d’oro e d’argento che raccontano storie di amore e di fede.
Si esaltano le abilità del tombolo, un antico mestiere femminile che trasforma il filo in delicate creazioni artistiche.
L’imponente corteo nuziale, con i suoi abiti tradizionali ricamati a mano, evoca un rituale carico di simbolismo e di tradizione.
Le Glorie di San Martino, con le loro torce di legna che illuminano la notte, rappresentano un momento di aggregazione e di festa comunitaria, un rito pagano reinterpretato in chiave cristiana.
La transumanza, un affascinante spettacolo di uomini e bestie che si spostano al ritmo delle stagioni, testimonia il profondo legame tra l’uomo e la natura.
Le donne, icone di forza e resilienza, trasportano fasce di legna con grazia e dignità, simbolo di un lavoro duro e costante.
I “chezette”, serenate dedicate alle future spose, sono un’espressione di romanticismo e di affetto popolare.
La fauna selvatica, dai maestosi cervi ai feroci lupi e agli imponenti orsi, ricorda la ricchezza della biodiversità locale.
La festa di Sant’Antonio, con i suoi cortei di animali e trattori addobbati, è una celebrazione gioiosa della vita agreste.
E, infine, il celebre lago a forma di cuore, specchio d’acqua incastonato tra le montagne, incarna la bellezza mozzafiato del paesaggio scannese.
Le didascalie che accompagnano le immagini, poetiche e evocative, invitano alla riflessione e alla consapevolezza.
Il messaggio rivolto alla fauna selvatica – “Se ci vuoi bene, non darci da mangiare e non ti avvicinare” – è un invito alla prudenza e al rispetto per l’ambiente, un monito a preservare l’equilibrio fragile tra l’uomo e la natura.
L’opera del pittore marchigiano Davide D’Angelo, in arte Urca, ha saputo restituire l’anima di Scanno, trasformando un elemento funzionale in un simbolo di identità e di bellezza, un piccolo gioiello incastonato nel cuore dell’Abruzzo.
Questo progetto dimostra come l’arte possa essere un potente strumento di valorizzazione del territorio e di promozione della cultura locale, un modo per creare un legame sempre più forte tra la comunità e le sue tradizioni.