L’episodio dei festeggiamenti per lo scudetto del Napoli ha tragicamente svelato una realtà inquietante: la profonda disconnessione tra l’entusiasmo sportivo e la barbarie che si cela dietro lo sfruttamento e le angherie inflitte agli animali. Le immagini di un asino costretto a indossare abiti stravaganti e di un cane completamente intinto in vernice azzurra, purtroppo, non sono eventi isolati, ma il sintomo di una pericolosa deriva culturale.Il deputato Francesco Emilio Borrelli ha sollevato giustamente la questione, sottolineando la necessità di un inasprimento delle pene per chi, guidato da un’insensibile mancanza di rispetto, trasforma esseri viventi in oggetti di divertimento, spesso infliggendo loro sofferenza e trauma. Questo non è tifo, non è celebrazione; è abuso.La strumentalizzazione degli animali, in questi contesti, rivela una profonda crisi di empatia e una pericolosa tendenza a considerare la vita animale come priva di valore intrinseco. L’atto di dipingere un cane, ad esempio, non è solo un’offesa alla sua dignità, ma può comportare conseguenze dannose per la sua salute, sia a breve che a lungo termine. La vernice, inalata o ingerata, può provocare irritazioni, allergie e intossicazioni. È fondamentale comprendere che gli animali non sono accessori, né giocattoli. Sono esseri senzienti, capaci di provare dolore, paura e stress. Il loro benessere dovrebbe essere una priorità, e la loro cura una responsabilità condivisa. L’educazione e la sensibilizzazione rivestono un ruolo cruciale. È necessario promuovere una cultura del rispetto verso gli animali, fin dalla più tenera età, insegnando ai bambini e agli adulti l’importanza di trattarli con gentilezza e compassione. Le leggi esistenti, purtroppo, spesso si rivelano insufficienti per contrastare efficacemente questi fenomeni. Un inasprimento delle sanzioni, unitamente a una maggiore vigilanza da parte delle forze dell’ordine e delle associazioni animaliste, è essenziale per dissuadere i maltrattatori e tutelare il diritto degli animali a una vita dignitosa. Questo triste episodio del Napoli deve fungere da monito: non possiamo permettere che l’esaltazione sportiva si trasformi in una scusa per infliggere sofferenza a chi non ha voce. È imperativo agire, con fermezza e determinazione, per proteggere i nostri compagni animali e promuovere una società più giusta e compassionevole. L’etica del tifo, e più in generale l’etica della convivenza civile, non può prescindere dal rispetto della vita animale.