La Giunta regionale ha formalizzato un accordo strategico con l’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Orientale, frutto dell’iniziativa dell’Assessore all’Ambiente, Fabio Scoccimarro, per affrontare una problematica cruciale che impatta sia la sicurezza della navigazione che la salute degli ecosistemi costieri: l’accumulo sedimentario nella foce del Rio Ospo (Muggia) e nella Sacchetta (Trieste).Questo protocollo d’intesa non si configura come un mero atto amministrativo, bensì come una dichiarazione di intenti volta a stabilire una collaborazione sinergica tra ente regionale e autorità portuale. L’approccio collaborativo mira a superare le tradizionali frammentazioni burocratiche e a creare un quadro operativo unitario, essenziale per interventi complessi come il dragaggio, che richiedono competenze specialistiche e una visione d’insieme del territorio.L’emergenza deriva da un fenomeno naturale, ma esacerbato dall’azione antropica: l’accumulo progressivo di sedimenti, trasportati dai corsi d’acqua e depositati nelle foci, compromette la navigabilità, ostacolando l’uscita delle imbarcazioni durante le maree basse e creando conseguenti disagi per la comunità di naviganti e per le attività economiche che dipendono dal canale navigabile. La situazione non è semplicemente un inconveniente per i diportisti, ma incide sull’economia locale e sulla competitività del porto.Il protocollo prevede un sistema di scambio di informazioni e competenze, con l’obiettivo di ottimizzare i tempi di realizzazione dell’intervento e di garantire la sua efficacia a lungo termine. Non si tratta solo di rimuovere i sedimenti, ma di comprendere le cause del fenomeno e di implementare strategie di mitigazione per prevenirne la ricomparsa. Questo implica un approccio multidisciplinare che coinvolge esperti di idrologia, geologia, ecologia marina e ingegneria ambientale.Una fase preliminare di analisi è già stata completata con la caratterizzazione dei sedimenti presenti nelle aree critiche. Questi studi hanno permesso di definire la composizione chimica e granulometrica dei materiali depositati e di valutarne l’impatto potenziale sull’ambiente marino. Sulla base dei risultati di queste analisi, si procederà alla progettazione delle operazioni di dragaggio, tenendo conto delle specifiche caratteristiche del sito e delle normative ambientali vigenti.L’avvio delle operazioni di rimozione del materiale sedimentario, previste con l’inizio della stagione estiva, sarà preceduto dalla definizione di un piano dettagliato che preveda misure di monitoraggio ambientale per valutare l’efficacia dell’intervento e minimizzare gli eventuali impatti negativi. Le risorse finanziarie necessarie sono state stanziate all’interno della Direzione Ambiente, a testimonianza dell’importanza strategica attribuita a questo intervento. Il futuro del territorio costiero triestino dipende dalla capacità di conciliare sviluppo economico e tutela ambientale, e questo protocollo rappresenta un passo avanti verso questo obiettivo.
Sedimenti a Trieste: Giunta e Port Authority uniscono le forze
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