15 maggio 2025 – 10:34
La società che gestisce lo storico supermercato del Catanese è stato oggetto di un’indagine approfondita da parte della Guardia di Finanza, la quale ha scopero una serie di irregolarità e violazioni normative sulla gestione dei dipendenti. A seguito delle indagini, sono stati arrestati il rappresentante legale e il direttore commerciale della società per il reato di caporalato e autoriciclaggio.Gli elementi emersi dalle indagini hanno rivelato che i lavoratori del supermercato erano stati sfruttati in modo drammatico, con ore di lavoro nettamente superiori a quelle previste dai contratti di lavoro. I dipendenti, molti dei quali giovani e disoccupati, accettavano di lavorare ore esorbitanti per stipendi mensili che non superavano i 800 euro.L’indagine ha inoltre rivelato che la società aveva violato le norme relative all’orario di lavoro, ai periodi di riposo e alle ferie dei dipendenti. I lavoratori erano stati costretti a lavorare per oltre 60 ore settimanali senza alcun rimborso o compensazione adeguata.La Procura di Catania ha contestato ai due indagati i reati di caporalato, autoriciclaggio e sfruttamento del lavoro. La Corte ha stabilito che i lavoratori erano stati privati della libertà di autodeterminazione a causa dello stato di bisogno in cui versavano.Le indagini hanno anche rivelato elementi indicativi dell’autoriciclaggio da parte del rappresentante legale della società. Quest’ultimo è accusato di aver utilizzato il profitto derivante dal reato di sfruttamento lavorativo per scopi personali.Il valore stimato della società sequestrata ammonta a 3 milioni di euro, mentre l’ammontare delle somme non corrisposte ai dipendenti in termini di retribuzione e contributi previdenziali si aggira intorno ai 2.750.000 euro.L’indagine della Guardia di Finanza ha messo in evidenza la gravità dell’illegalità che è stata scoperta e sottolinea l’imperativo di tutelare i diritti dei lavoratori e di prevenire fenomeni di sfruttamento lavorativo.