Il futuro della siderurgia genovese: una sfida complessa tra eredità industriale, transizione ecologica e tutela del lavoro.
Nel corso del convegno promosso dalla Cgil, la sindaca Silvia Salis ha tracciato un quadro articolato, evidenziando le priorità e le incertezze che gravano sul comparto.
La questione centrale ruota attorno al destino delle aree precedentemente occupate dall’Ilva, un patrimonio industriale di inestimabile valore per l’Italia.
L’amministrazione comunale ribadisce con fermezza la necessità di preservare questa vocazione, garantendo che il territorio mantenga la sua funzione di polo produttivo di primaria importanza.
Tuttavia, questa continuità non può prescindere da una radicale revisione del modello di sviluppo.
La siderurgia del futuro, infatti, non può essere sinonimo di sfruttamento intensivo delle risorse e di impatti ambientali negativi.
La sindaca Salis ha sottolineato che la creazione di posti di lavoro è un imperativo, ma non a qualsiasi costo.
È indispensabile un lavoro di qualità, che rispetti la dignità dei lavoratori, garantisca condizioni di sicurezza e salute, e si inserisca in un contesto di sostenibilità ambientale e sociale.
Un lavoro che contribuisca non solo alla crescita economica, ma anche al benessere della comunità.
Un punto critico riguarda l’impatto occupazionale derivante dalla mancata implementazione dell’accordo di programma, un elemento che genera preoccupazione e incertezza tra i lavoratori e le loro famiglie.
La transizione verso un sistema basato sul forno elettrico, sebbene potenzialmente vantaggiosa in termini di efficienza energetica e riduzione delle emissioni, solleva interrogativi sulla ricaduta occupazionale e sulla necessità di riqualificazione professionale.
Le promesse di nuovi posti di lavoro, pur incoraggianti, appaiono al momento disconnesse da un impegno concreto e duraturo.
L’amministrazione comunale si impegna a sollecitare risposte chiare e tempestive, a partire da un approfondimento delle problematiche legate alla transizione tecnologica e alla garanzia dei livelli occupazionali.
È necessario aprire un tavolo di confronto costruttivo, coinvolgendo tutte le parti interessate – sindacati, imprese, istituzioni – per definire una strategia condivisa che concilire l’esigenza di preservare il tessuto industriale con la necessità di promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo.
La sfida è complessa, ma il futuro della siderurgia genovese e la prosperità della città dipendono dalla capacità di affrontarla con determinazione e lungimiranza.
L’obiettivo è costruire un modello di siderurgia che sia al contempo innovativo, competitivo e socialmente responsabile, in grado di generare opportunità di lavoro di qualità e di contribuire alla creazione di un futuro più prospero e sostenibile per tutti.