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Siria: donne alawite sequestrate e violenze sistematiche nella zona costiera.

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La violenza continua a scuotere la Siria, lasciando una scia di devastazione e sofferenza nella sua attuale instabilità politica e sociale. Gli ultimi sviluppi della crisi segnalano un nuovo e inquietante aspetto: l’arresto forzato di donne appartenenti alla comunità alawita, avvenuto nelle ultime settimane a opera di milizie sunnite considerate vicine al nuovo governo di Damasco.Secondo una relazione dettagliata del Comitato per i diritti umani in Siria con sede a Ginevra, il numero delle donne alawite rapite è pari a 62. Questo conteggio risulta essere parziale rispetto a quello fornito giorni fa dall’Osservatorio per i diritti umani in Siria, che parlava di oltre 50 donne appartenenti alla comunità alawita sequestrate da marzo fino ad oggi a opera di miliziani sunniti filo-governativi.Le fonti dei dati sono basate su testimonianze raccolte direttamente sul terreno da ricercatori e attivisti per i diritti umani. L’arresto forzato delle donne alawite rappresenta solo uno degli aspetti di un più ampio scenario di violazioni sistematiche ai diritti umani perpetrate da gruppi armati vicini al nuovo governo siriano, principalmente in quelle aree della costa siriana abitate prevalentemente da membri appartenenti alla comunità alawita.Questo fenomeno è inserito nel contesto più ampio delle continue e sistematiche violazioni dei diritti umani perpetrate contro civili della zona costiera della Siria, in particolar modo nelle regioni di Latakia e Tartus. I documenti presentati dalla relazione utilizzano il termine “pulizia etnica” per descrivere questo scenario.La popolazione alawita, che è prevalentemente composta da persone sciite identificabili con il passato regime della famiglia Assad ora dissolto, ha subito gravi violazioni. Secondo i conteggi concordanti forniti dalle organizzazioni per i diritti umani in Siria, circa 1.500 civili alawiti sono stati uccisi tra marzo e le prime settimane di aprile in meno di una settimana a opera di gruppi armati filo-governativi.Intanto, è salito a nove il bilancio delle vittime degli scontri ancora in corso nel sobborgo di Jaramana a Damasco. Queste aree sono controllate da miliziani drusi, mentre il ministero degli interni ha negato che le forze governative abbiano partecipato agli scontri.

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