Nel cuore delle Alpi, la serata di ieri ha visto dispiegarsi un’operazione di ricerca e soccorso complessa e delicata a Ceresole Reale, in provincia di Torino. Un’escursionista di 65 anni, durante una passeggiata pomeridiana in un territorio impervio e caratterizzato da una scarsa copertura di rete mobile, si è smarrita, innescando un allarme che ha mobilitato diverse squadre specializzate. La vicenda, apparentemente semplice, solleva interrogativi cruciali sulla sicurezza in montagna, sull’importanza della preparazione e sull’efficacia della collaborazione tra le forze dell’ordine e i corpi di soccorso. L’escursione, intrapresa in una zona montuosa notoriamente impegnativa, ha visto l’escursionista perdere rapidamente il riferimento del percorso, una condizione aggravata dall’assenza di segnale telefonico, fattore determinante in situazioni di emergenza. La prontezza del marito, che ha immediatamente allertato i Carabinieri Forestali, ha permesso di avviare tempestivamente le operazioni di ricerca.L’intervento del Soccorso Alpino, affiancato dall’unità cinofila, ha puntato inizialmente sui sentieri più battuti, nella speranza di un rapido ritrovamento. Tuttavia, la difficoltà del terreno e la vastità dell’area da setacciare richiedevano un approccio più sofisticato. In questo contesto, si è rivelata fondamentale l’expertise dei Carabinieri Forestali e del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, i quali hanno elaborato un’analisi geo-localizzata, sfruttando i dati delle celle telefoniche disponibili. Questa tecnica, spesso impiegata in scenari simili, permette di restringere notevolmente il campo di ricerca, ricostruendo approssimativamente il percorso dell’escursionista in base all’ultimo segnale captato dalla rete.L’integrazione di queste informazioni ha permesso di focalizzare l’intervento su un’area specifica, il sentiero che conduce all’alpe Cà Bianca. Il ritrovamento, frutto di un lavoro sinergico e metodico, ha visto l’escursionista rinvenuta in stato di affaticamento e provata dall’esperienza. La successiva assistenza medica e il riaccompagnamento a valle hanno concluso un’operazione che, al di là del felice epilogo, ha messo in luce la fragilità dell’individuo di fronte alla potenza della natura e la necessità di un’adeguata preparazione per affrontare le sfide che l’ambiente montano presenta. La vicenda serve da monito sulla prudenza, sull’importanza di informarsi sulle condizioni meteorologiche e sulla conformazione del territorio, e sull’utilizzo di strumenti di navigazione, anche in escursioni considerate di facile livello.
Soccorso in montagna: escursionista dispersa, un lavoro di squadra
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