Il caso di Zewei Xu, trentatreenne di nazionalità cinese, ha sollevato una serie di interrogativi complessi che intrecciano accuse di cybercrime, spionaggio industriale e la delicata questione dell’estradizione. Arrestato il 3 luglio all’aeroporto di Malpensa, Xu si trova al centro di un’indagine statunitense che lo accusa di aver partecipato a un sofisticato attacco informatico, presumibilmente volto a sottrarre informazioni riservate relative a vaccini e terapie sviluppate per contrastare la pandemia di COVID-19 nel 2020.La difesa, affidata all’avvocato Enrico Giarda, ha immediatamente contestato l’imputazione, proponendo una tesi alternativa basata su un possibile scambio di identità e su una violazione dell’account utilizzato per commettere le presunte azioni illegali. Xu, descritto come responsabile IT per una società con sede a Shanghai, ha negato con forza ogni coinvolgimento, argomentando l’assenza di un movente logico per compiere atti di spionaggio a suo nome. Un elemento chiave della sua difesa riguarda la scomparsa del suo smartphone nel periodo 2019-2020, circostanza che, a suo dire, rende inverosimile l’utilizzo del suo account personale per attività illecite.Il caso non si limita a una disputa legale sull’innocenza o colpevolezza di Xu. Esso pone interrogativi cruciali sulla sicurezza informatica, sulla protezione della proprietà intellettuale, e sulla crescente minaccia di cyberattacchi transnazionali. La pandemia di COVID-19 ha accelerato la corsa allo sviluppo di vaccini e terapie, rendendo queste informazioni particolarmente appetibili per soggetti interessati a ottenere un vantaggio competitivo, o a compromettere la sicurezza nazionale di altri paesi. L’indagine statunitense, presumibilmente complessa e tecnicamente sofisticata, mira a chiarire il ruolo di Xu all’interno di un’operazione di cyber-spionaggio più ampia. Il suo arresto, in un contesto di tensioni geopolitiche crescenti tra Stati Uniti e Cina, ha generato un acceso dibattito sull’opportunità di procedere all’estradizione, tenendo conto delle garanzie procedurali e dei diritti dell’imputato, nonché delle implicazioni diplomatiche che un simile atto potrebbe comportare. La decisione della giudice Veronica Tallarida, chiamata a valutare la richiesta di estradizione, sarà determinante per il futuro del caso e per le relazioni bilaterali tra i due paesi.
Spionaggio informatico: il caso cinese Xu tra estradizione e dubbi
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