Il Tempo e il Diletto: Esplorazioni Fotografiche tra Arte, Passione e Identità ItalianaPalazzo Ricca, sede della Fondazione Banco di Napoli, apre le sue porte a “Il tempo migliore”, una mostra curata da Angela Madisani e Carla Viparelli che raccoglie un corpus di cento e due fotografie tratte dalla collezione Rita e Riccardo Marone. L’esibizione offre uno sguardo inedito e profondo sull’evoluzione della fotografia italiana nei primi decenni del Novecento e nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, un’epoca cruciale in cui il linguaggio fotografico si affrancava dai limiti della mera documentazione per aspirare a una piena espressione artistica.La mostra non si limita a presentare opere d’arte, ma propone una riflessione sul significato stesso del termine “dilettante”, una parola che nel linguaggio comune ha assunto connotazioni negative, associata a scarsa professionalità e superficialità. Riccardo Marone, nel catalogo, attinge al vocabolario Treccani per recuperare il significato originale: coltivare un’arte, una scienza, uno sport per puro piacere, senza l’obiettivo del profitto o della carriera. E’ proprio questa passione genuina, questo “tempo migliore” dedicato alla fotografia, che definisce i protagonisti della mostra.L’esposizione, il cui allestimento si snoda nel cortile del Palazzo, si distingue per la sua composizione eterogenea, che raggruppa fotografi provenienti da diversi ambiti professionali: avvocati, imprenditori, ingegneri, commercianti. La loro comune dedizione alla fotografia rivela una profonda ricerca di equilibrio tra gli impegni lavorativi e la passione creativa, dimostrando come l’arte possa fiorire anche al di fuori dei percorsi tradizionali.La Fondazione Banco di Napoli accoglie con orgoglio questa collezione, evidenziando un impegno costante verso la valorizzazione di autori e movimenti spesso marginalizzati dal mainstream. Come sottolinea il presidente Orazio Abbamonte, la mostra si propone di illuminare percorsi artistici caratterizzati da spiccate qualità e originalità, spesso rimasti nell’ombra del riconoscimento ufficiale.Tra i nomi presenti, accanto a figure di successo come Giacomelli e Davolio Marani, emergono personalità che incarnano l’essenza stessa della fotografia “dilettantistica” ma profondamente innovativa. Un’analisi storica e sociale approfondita rivela il background e le motivazioni di questi artisti, restituendo un quadro complesso e affascinante della cultura italiana del dopoguerra.Come evidenziato da Giuseppe Turroni nel suo “Nuova fotografia italiana” (1959), la fotografia autoriale più significativa di quel periodo non è stata prodotta dai professionisti, ma da figure come Giuseppe Cavalli, Mario Finazzi, Federico Vender, Arrigo Orsi, Ferruccio Ferroni, Paolo Monti, Giulio Parmiani. Questi autori, dopo aver assolto ai propri impegni professionali, hanno trovato nella fotografia un mezzo espressivo libero da vincoli commerciali, dedicandosi alla sperimentazione e alla ricerca estetica.La mostra, dunque, non celebra semplicemente un insieme di immagini, ma un modo di fare fotografia: una ricerca intima e appassionata, un’esplorazione del mondo attraverso un linguaggio visivo personale e originale. Un “tempo migliore” rubato alla routine quotidiana e dedicato alla ricerca della bellezza, alla narrazione di storie, alla creazione di un patrimonio artistico unico e inestimabile. Un patrimonio che parla di passione, di dedizione, di identità italiana.
Tempo e Diletto: L’Arte Fotografica Italiana tra Passione e Identità
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