martedì, 24 Giugno 2025
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Torino: Mobilitazione contro la guerra israelo-iraniana e l’intervento USA

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A Torino, un fronte ampio di forze politiche e sociali – Potere al Popolo, Unione Sindacale di Base (USB), Partito Comunista Italiano (PCI), Cambiare Rotta, il Collettivo Autorganizzato Universitario (CAU) e l’Organizzazione Studentesca di Alternativa (OSA) – ha risposto all’appello promosso dal coordinamento Disarmiamoli, manifestando in piazza Carignano in seguito all’escalation del conflitto israelo-iraniano e ai recenti attacchi aerei statunitensi su siti nucleari iraniani. La mobilitazione si inserisce in un contesto di crescente preoccupazione per un potenziale allargamento del conflitto, con implicazioni globali devastanti.L’azione di Disarmiamoli si pone come un segnale di allarme, un monito contro la deriva bellicista che affligge le relazioni internazionali. La nota diffusa da Potere al Popolo sottolinea la necessità di una risposta collettiva e determinata, rifiutando di assistere passivamente all’escalation del conflitto israelo-americano. Questa non è semplicemente una questione geografica o politica, ma una sfida esistenziale che concerne la sopravvivenza stessa dell’umanità.Il coordinamento Disarmiamoli, nel suo appello, mette in discussione l’illusione di una pace raggiungibile attraverso la violenza, smascherando la logica distruttiva che anima le potenze militari. La retorica della deterrenza, che giustifica un attacco come risposta a una presunta minaccia, è considerata un circolo vizioso che conduce inevitabilmente alla guerra totale. L’azione di Trump, descritta come un’ulteriore manifestazione di questa logica pericolosa, non può essere interpretata come un evento isolato, ma come parte di un piano strategico più ampio.La posizione critica assunta dal fronte torinese va oltre la semplice condanna dell’intervento militare. Essa implica una profonda revisione del ruolo dell’Italia nel contesto geopolitico globale. Il coinvolgimento della NATO, con le sue basi militari presenti sul territorio nazionale, è visto come un fattore di rischio che espone il paese a un coinvolgimento diretto nel conflitto. Qualunque forma di riarmo, intesa come incremento della spesa militare e sviluppo di armamenti, è considerata un’ulteriore cementificazione di un sistema che perpetua la violenza e la guerra.Il comunicato esplicita la profonda inaffidabilità delle promesse di sicurezza offerte dalle alleanze militari, evidenziando la necessità di costruire una pace duratura attraverso la diplomazia, il dialogo e la cooperazione internazionale. La sola via per sottrarsi alla spirale della guerra è un disinvestimento radicale dalle logiche belliche e una riconversione dei sistemi di difesa verso modelli di sicurezza collettiva e sostenibile. La mobilitazione nelle piazze non è solo una protesta, ma un atto di resistenza e un appello a un futuro di pace, giustizia e solidarietà. L’obiettivo è costruire un movimento ampio e trasversale, capace di sfidare il potere costituito e promuovere un cambiamento profondo nelle politiche estere e nella visione del mondo.

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