Il 17 settembre 2016, una notte come tante nel cagliaritano, si trasformò in un macigno che ha segnato indelebilmente la comunità di Maracalagonis, Quartu Sant’Elena e Sinnai. Un incidente stradale, avvenuto sulla bretella che collega Cagliari a Quartu, in viale Marconi, strappò la vita ad Anna Maria Perra, 17 anni, Davide Giunchini, 26 anni, e Manuelina Olla, 21 anni, lasciando un vuoto incolmabile nei loro affetti e nel tessuto sociale. Alberto Porru, all’epoca ventottenne, guidava la Golf che trasportava i giovani, una serata di svago conclusasi in tragedia.La vicenda, riemersa con forza a distanza di nove anni, ha portato oggi, all’alba, alla detenzione di Porru, 34 anni, presso la casa circondariale Ettore Scalas di Cagliari-Uta. La sua pena, residua di 5 anni, 8 mesi e 20 giorni, rappresenta una conseguenza diretta del reato di omicidio stradale, una condanna che sancisce la gravità delle sue azioni e la perdita irreparabile causata alle famiglie delle vittime.La ricostruzione dell’accaduto rivela una dinamica drammatica. Tra le 4:30 e le 5 del mattino, la Golf, proveniente da una serata di intrattenimento, stava rientrando a casa quando, imboccando la rampa in direzione Quartu, ha superato ampiamente i limiti di velocità, viaggiando a una velocità stimata di circa 120 chilometri orari. L’impatto, violento e improvviso, ha provocato il ribaltamento del veicolo e lo scagliamento dei corpi fuori dall’abitacolo, determinando il decesso istantaneo dei tre giovani. Una quindicenne, presente a bordo, riportò ferite, seppur meno gravi rispetto alla tragica sorte degli altri occupanti.L’incidente, oltre alla devastazione immediata, ha sollevato interrogativi profondi sulla responsabilità individuale, i rischi della guida notturna, l’influenza dell’alcol e della velocità, e l’importanza di una cultura della sicurezza stradale. La vicenda, divenuta simbolo di una perdita irreparabile, rappresenta un monito per tutti, un invito a riflettere sulle conseguenze devastanti di comportamenti imprudenti dietro al volante. La pena inflitta a Porru non può lenire il dolore delle famiglie, ma mira a ristabilire un senso di giustizia e a promuovere una maggiore consapevolezza dei rischi connessi alla guida. La vicenda, nel suo complesso, si configura come una profonda ferita nella memoria collettiva del territorio, un ricordo costante di una notte che ha cambiato per sempre la vita di molte persone.
Tragedia a Cagliari: Dopo 9 anni, condannato l’uomo responsabile
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