La comunità di Mondragone (Caserta) è scossa da un tragico evento che ha visto la perdita di un giovane di soli sedici anni, Luigi Petrella, vittima di un incidente stradale che ora si configura come omicidio. L’inchiesta, condotta dai Carabinieri del territorio, ha portato all’arresto di Pietro Cascarino, un uomo di 53 anni con precedenti penali, sospettato di averlo investito venerdì sera. L’arresto è avvenuto a Perugia, a significativi distanza dal luogo dell’accaduto, rivelando la volontà di Cascarino di sottrarsi alle responsabilità.La vicenda è particolarmente complessa e intrisa di implicazioni criminali. Pietro Cascarino, infatti, non è un soggetto qualunque: risulta essere legato al clan camorristico La Torre, storico gruppo criminale operante a Mondragone, e fratello di Giovanni Cascarino, ex membro del clan divenuto collaboratore di giustizia. Questo legame apre scenari inquietanti e solleva interrogativi sul possibile ruolo di dinamiche interne alla criminalità organizzata in questa tragica vicenda.La ricostruzione dell’incidente si è basata sull’analisi scrupolosa delle immagini di videosorveglianza e sulle testimonianze raccolte sul posto. Dopo l’impatto con lo scooter guidato da Luigi Petrella, il minore è stato sbalzato violentemente fino a urtare un palo della luce, trauma che ha determinato le lesioni fatali. L’investitore, nel tentativo di sfuggire alle forze dell’ordine, si è inizialmente allontanato senza prestare soccorso, rendendo la sua identificazione un’operazione complessa.L’arresto a Perugia, a distanza di giorni dall’evento, evidenzia non solo la determinazione dei Carabinieri, ma anche la necessità di un’azione tempestiva per assicurare alla giustizia il responsabile e per evitare che la fuga possa compromettere le indagini. L’omicidio stradale, aggravato dalla connessione con la criminalità organizzata, rappresenta una ferita profonda per la collettività, riaccendendo l’attenzione sulla necessità di contrastare con maggiore efficacia il fenomeno della criminalità a Mondragone e nel territorio campano. La vicenda è destinata a scuotere la comunità e a sollecitare una riflessione più ampia sulle cause e le conseguenze della violenza legata alla criminalità organizzata.