La tragedia ha colpito la rocciosa Terza Torre di San Marino, ponendo fine alle flebili speranze di un miracolo. Un uomo, impegnato in una via di arrampicata solitaria, ha perso la vita precipitando da un’altezza vertiginosa di oltre quaranta metri. La notizia, diffusa rapidamente tra la comunità sportiva e le autorità locali, ha gettato un’ombra di dolore e sgomento su un territorio che vanta un ricco patrimonio montano e un’appassionata cultura dell’alpinismo.L’evento, verificatosi intorno alle ore 19:30, è stato assistito da un gruppo di arrampicatori che si trovavano nelle vicinanze, testimoni impotenti di una caduta improvvisa e inarrestabile. La vittima, che si stava affrontando la parete in solitaria, è stata ritrovata senza vita a seguito di un’estenuante ricerca notturna. La scomparsa riemerge, con amara risonanza, a pochi mesi dalla perdita di Elena Donca, una giovane donna moldava che aveva perso la vita in circostanze analoghe durante una scalata nella stessa area, evidenziando una potenziale problematica legata alla sicurezza e alla gestione dei rischi in un contesto alpinistico così esposto.Il recupero della salma, operazione complessa e delicata, è stato immediatamente affidato al Soccorso alpino e speleologico dell’Emilia-Romagna, un team specializzato in interventi in ambienti impervi. I tecnici, esperti nella gestione di situazioni di emergenza in alta quota, hanno dovuto affrontare una parete verticale e un fitto sottobosco, rendendo l’accesso e la manovra particolarmente difficili. In un contesto dove ogni gesto è cruciale, le operazioni hanno seguito protocolli rigorosi, con la necessaria autorizzazione del magistrato prima della rimozione del corpo. L’intervento ha richiesto l’impiego di tecniche alpinistiche avanzate e l’utilizzo di attrezzature specifiche per le calate, al fine di garantire la massima sicurezza durante l’evacuazione.Un’articolata macchina dei soccorsi è stata mobilitata in risposta all’emergenza. Oltre al Soccorso alpino emiliano-romagnolo, hanno partecipato alle operazioni la Protezione civile di San Marino, gli operatori del 118, i Vigili del fuoco e la Polizia civile locale. L’immediato dispiegamento di un elicottero di soccorso da parte dei Vigili del fuoco di Rimini, purtroppo, non ha potuto invertire l’esito drammatico. L’evento solleva interrogativi significativi sulla prudenza nell’arrampicata in solitaria, sulla valutazione dei rischi ambientali e sulla necessità di rafforzare le misure di prevenzione in un territorio tanto affascinante quanto potenzialmente insidioso. La comunità sportiva è chiamata a riflettere, con serietà e rispetto, per onorare la memoria della vittima e prevenire future tragedie.
Tragedia a San Marino: arrampicatore muore nella Terza Torre
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