mercoledì, 25 Giugno 2025
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Tragico lutto a Lecce: giovane di 15 anni muore all’ospedale Fazzi

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Una giovane di quindici anni ha perso la vita presso l’Unità di Rianimazione dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, ponendo fine a un percorso interrotto bruscamente e lasciando un vuoto incolmabile nella sua famiglia e nella comunità. La tragica notizia, confermata dall’avvocato Andrea Capone, che ha ricevuto aggiornamenti diretti dalla madre della ragazza, sottolinea un evento che solleva interrogativi complessi e merita un’indagine approfondita.La giovane era stata ricoverata il 17 giugno per un episodio di febbre elevata, apparentemente senza pregressi patologici significativi. La dinamica degli eventi, stando a quanto riferito, ha visto un improvviso e drammatico peggioramento nelle prime ore di martedì. Un’ondata di febbre acuta ha costretto la madre a richiedere l’intervento del 118, con conseguente trasporto d’urgenza in ospedale.Il decorso clinico successivo è stato segnato da un rapido deterioramento delle condizioni vitali, culminato in uno stato comatoso. Nonostante gli sforzi del personale medico, la giovane non ha risposto alle terapie intensive ed è deceduta due giorni dopo il ricovero nella rianimazione. L’assenza di una denuncia formale da parte della madre, al momento, non preclude l’apertura di un’inchiesta da parte della Procura di Lecce. La delicatezza della vicenda e la sua inattesa conclusione suggeriscono la necessità di accertamenti tecnici accurati per chiarire le cause del decesso. Potrebbe essere disposta l’autopsia per escludere o confermare ipotesi riguardanti infezioni rare, patologie genetiche non diagnosticate o reazioni avverse a farmaci.Oltre agli aspetti legali, l’episodio solleva questioni cruciali relative alla sorveglianza epidemiologica delle malattie infettive, alla tempestività delle diagnosi e all’efficacia delle procedure di emergenza. Un evento simile, seppur isolato, richiede un’analisi critica dei protocolli sanitari e un rafforzamento delle misure preventive per tutelare la salute dei giovani. La vicenda rappresenta un monito per l’intera comunità e un appello alla vigilanza e alla responsabilità collettiva nella protezione dei più vulnerabili.

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