Un atto di straordinaria generosità e una complessa operazione chirurgica si sono compiuti a Sassari, testimoniando un avanzato modello di collaborazione tra istituzioni sanitarie e incarnando un’evoluzione cruciale nel campo dei trapianti. L’Azienda Ospedaliero Universitaria di Sassari e l’Arnas G. Brotzu di Cagliari hanno unito le loro competenze e risorse per realizzare un prelievo di fegato da donatore a cuore fermo, un gesto reso possibile dalla scelta altruistica di un paziente che, in vita, aveva manifestato la propria volontà di donare i propri organi.Questo evento non è solo un traguardo tecnico, ma anche un simbolo di come la pianificazione anticipata della volontà di donare, un atto di civica responsabilità, possa trasformarsi in una speranza concreta per un paziente in attesa di un trapianto. La procedura, infatti, apre a nuove opportunità per chi necessita di un fegato, ampliando il bacino di potenziali donatori e riducendo i tempi di attesa, spesso cruciali per la sopravvivenza.La complessità di un prelievo a cuore fermo risiede nella necessità di interrompere temporaneamente la circolazione sanguigna, garantendo al contempo la perfusione del fegato stesso. A differenza del più comune prelievo da donatore in morte cerebrale, dove il cuore è ancora in attività, questa tecnica richiede una precisione millimetrica e un’integrazione perfetta tra diverse specializzazioni mediche. La certificazione del decesso, ottenuta attraverso rigorosi protocolli elettrocardiografici, come previsto dalla normativa nazionale, ha confermato l’assenza di attività cardiaca per un periodo definito, segnando un momento delicato e cruciale dell’intera procedura.Il successo di questa operazione è il risultato di un lavoro sinergico che ha coinvolto figure professionali di spicco: dal team di Terapia Intensiva del Santissima Annunziata, guidato dal direttore Leonardo Bianciardi, che ha gestito le prime fasi cruciali, al Coordinamento trapianti dell’Arnas G. Brotzu, con la sua struttura complessa di Cardiochirurgia diretta da Emiliano Cirio. Figure chiave sono state anche la coordinatrice locale di Sassari, Paola Murgia, e il perfusionista Salvatore Di Lallo, che ha avuto il compito di mantenere il fegato in perfusione durante le fasi di prelievo e trasporto.L’intervento si è inserito in una rete più ampia, coordinata a livello regionale dal Centro Trapianti diretto da Lorenzo D’Antonio, e a livello nazionale dal Centro Nazionale Trapianti, a testimonianza dell’importanza di una governance centralizzata per la gestione delle donazioni e dei trapianti. La Centrale Operativa regionale, con la responsabile Francesca Zorcolo, ha svolto un ruolo essenziale nella logistica e nel coordinamento delle attività.Questo atto di generosità, unito all’abilità e alla dedizione dei professionisti sanitari coinvolti, rappresenta un passo avanti significativo per la sanità regionale e nazionale, offrendo una nuova speranza a chi attende un trapianto e rafforzando l’importanza della donazione organica come gesto di solidarietà umana. L’operazione è un monito a riflettere sull’importanza di esprimere la propria volontà di donare, un atto che può salvare vite e lasciare un’eredità di speranza.
Trapianto straordinario: Sassari e Cagliari uniscono le forze
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