La decisione di un tribunale federale americano ha interrotto bruscamente una direttiva presidenziale volta a limitare l’accesso all’asilo per i migranti che tentano la traversata dal Messico verso gli Stati Uniti. Questa sentenza, unita a un’altra recente decisione simile, evidenzia una crescente resistenza giudiziaria alle politiche migratorie restrittive dell’amministrazione, sollevando interrogativi sulla legittimità di tali provvedimenti e il ruolo del potere esecutivo in materia di immigrazione.Il giudice Randolph Moss, nel suo verdetto, ha esplicitamente dichiarato che l’amministrazione ha superato i limiti della sua autorità, cercando di eludere il quadro legislativo stabilito dal Congresso in materia di immigrazione. La direttiva, che mirava a negare l’asilo a coloro che non avevano precedentemente cercato protezione in un altro paese lungo il loro percorso migratorio, è stata ritenuta un tentativo di introdurre un sistema di immigrazione parallelo, in contrasto con il principio di separazione dei poteri che fonda la democrazia americana.Parallelamente, un altro tribunale federale a New York ha bloccato l’intenzione dell’amministrazione di revocare lo status di Protezione Temporanea (TPS) a oltre 500.000 haitiani residenti negli Stati Uniti. Il giudice distrettuale Brian M. Cogan ha ritenuto illegittima la decisione di anticipare la scadenza di questa protezione, che consente a persone provenienti da paesi colpiti da disastri naturali o conflitti armati di rimanere negli Stati Uniti per un periodo limitato. Questi individui, molti dei quali risiedono nel paese da più di un decennio, si sono visti negare il diritto di rimanere legalmente, in una decisione giudicata arbitraria e priva di una solida base legale.Queste due sentenze, pur concentrandosi su circostanze specifiche, incarnano una tendenza più ampia: il controllo giurisdizionale sull’esercizio del potere esecutivo in materia di immigrazione. Esse pongono interrogativi fondamentali riguardo ai confini dell’autorità presidenziale e alla capacità del sistema giudiziario di garantire il rispetto dello stato di diritto, anche quando si tratta di politiche percepite come prioritarie per l’amministrazione. La legittimità di tali provvedimenti presidenziali è messa in discussione sotto il prisma del principio di legalità, evidenziando la complessità del bilanciamento tra la necessità di rafforzare la sicurezza nazionale e il rispetto dei diritti fondamentali dei migranti che cercano rifugio e opportunità negli Stati Uniti. La questione, di fatto, trascende la mera politica migratoria, configurandosi come un banco di prova per i principi costituzionali che governano la repubblica americana.