Un’operazione congiunta tra l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) e il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Trieste ha interrotto, al porto giuliano, un complesso schema di contraffazione alimentare di portata significativa. L’attività, articolata in due distinte fasi, ha portato al sequestro di un ingente quantitativo di prodotti alimentari contraffatti, con un impatto potenziale sull’economia e sulla salute dei consumatori.La prima operazione ha portato alla scoperta di oltre mille confezioni di patatine, mentre la seconda ha rivelato la presenza di 216.000 “dadi” da cucina – piccoli cubetti di brodo o condimento disidratato – anch’essi falsi. Questi prodotti, abilmente occultati a bordo di due rimorchi diretti rispettivamente verso la Germania e il Regno Unito, erano stati precedentemente sbarcati nel porto di Trieste da due navi cargo provenienti dal porto turco di Mersin, punto di partenza di una filiera di contraffazione transnazionale.L’episodio si inserisce in un contesto di crescenti fenomeni di contraffazione alimentare che colpiscono il mercato europeo. Già nel 2023, ADM e GdF avevano intercettato quasi 500.000 dadi contraffatti, apparentemente destinati al mercato tedesco. In entrambi i casi, l’accertamento della contraffazione è stato reso possibile da scrupolose perizie tecniche commissionate ai titolari dei marchi originari, che hanno confermato l’utilizzo non autorizzato dei loro simboli distintivi e la riproduzione illegale dei loro prodotti.Questo tipo di attività criminale non si limita a danneggiare i legittimi produttori, erodendo i loro profitti e la loro reputazione, ma rappresenta un rischio concreto per la salute pubblica. I prodotti contraffatti, spesso realizzati con ingredienti di qualità inferiore o addirittura pericolosi, possono contenere sostanze tossiche o allergeni non dichiarati, con conseguenze potenzialmente gravi per i consumatori.L’operazione di Trieste sottolinea l’importanza della collaborazione tra le autorità italiane e internazionali per contrastare efficacemente i circuiti di contraffazione alimentare, che si avvalgono di rotte commerciali complesse e di tecniche di occultamento sempre più sofisticate. Le indagini proseguono per identificare tutti i soggetti coinvolti nella filiera, dal produttore all’importatore, e per quantificare l’intero valore della merce illecita. Il porto di Trieste, nodo logistico strategico per il commercio internazionale, rappresenta una porta d’accesso cruciale per l’Europa, rendendo la sua sorveglianza un elemento fondamentale nella lotta contro la contraffazione.
Trieste, Sequestrati dadi e patatine false: filiera da Turchia
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