A Bressanone, una vicenda ingannevole ha messo in luce una dinamica di microcriminalità organizzata, svelando un tentativo di estorsione abilmente orchestrato e prontamente interrotto dall’acume di un militare dei Carabinieri. Nel cuore della città, lungo la via Tratten, un militare, con una naturale prontezza di osservazione, ha notato una giovane donna approcciare un passante, agendo con un linguaggio del corpo studiato per simulare sordità. La donna presentava un modulo apparentemente innocuo, volto a raccogliere fondi per una causa inesistente. L’esperienza del militare ha immediatamente suggerito una truffa premeditata, una variante di una tattica già nota alle forze dell’ordine.Un’indagine più approfondita ha rivelato la presenza di una complice, operante in tandem per massimizzare l’efficacia dell’inganno. Mentre una donna distoglieva l’attenzione della vittima con un comportamento amabile e apparentemente genuino, l’altra si concentrava sulla persuasione, tentando di indurre la firma del modulo e la donazione di denaro. La comparsa improvvisa dell’uniforme dei Carabinieri ha scatenato un tentativo di fuga disperato. Una delle donne è stata immediatamente bloccata, mentre l’altra, in un gesto di reazione impulsiva e probabilmente dettato dal panico, ha reagito con una spinta e si è lanciata in una rocambolesca corsa, finendo inaspettatamente all’interno della caserma stessa. La sua fuga, apparentemente casuale, l’ha condotta attraverso i corridoi interni, terminando nel cortile recintato, intrappolandola in un vicolo cieco.Sotto la pressione imminente della cattura, la donna ha spontaneamente consegnato una somma di denaro, ammettendo implicitamente che si trattava del provento di una precedente attività fraudolenta. Ulteriori accertamenti hanno fatto emergere una rete di preparazione meticolosa: cartelline contenenti moduli già compilati, una somma contante e, in un dettaglio particolarmente significativo, cosmetici appena sottratti a una drogheria locale, nascosti nel reggiseno di una delle due.Le due donne, risultate di origine romena e prive di un indirizzo stabile, hanno abbandonato la simulazione della sordità, optando per la comunicazione verbale. La vittima, profondamente turbata dall’accaduto, ha sporto denuncia. L’azione delle forze dell’ordine ha portato alla contestazione di accuse gravissime: accattonaggio molesto, tentata truffa commessa in concorso, resistenza a pubblico ufficiale e furto. L’episodio, oltre a evidenziare l’abilità criminale delle due donne, solleva interrogativi sulla vulnerabilità delle persone anziane e meno esperte, e sulla necessità di una maggiore sensibilizzazione e vigilanza da parte della comunità.
Truffa a Bressanone: Carabinieri sventano un inganno organizzato
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