Umbria al bivio: riforme urgenti per un futuro sostenibileUn’Umbria in trasformazione, alla ricerca di un nuovo slancio: è il tema centrale emerso dal quinto appuntamento dell’associazione politico-culturale L’Officina, tenutosi presso il teatro Santa Caterina a Bettona. L’evento, animato da un acceso dibattito, ha rappresentato un momento di riflessione profonda sulle sfide che la regione umbra si trova ad affrontare e sulla necessità impellente di riforme strutturali.L’associazione, presieduta da Roberto Morroni, ha voluto creare un foro di discussione libero da pregiudizi, in un contesto politico spesso intrappolato in dinamiche autoreferenziali. L’obiettivo primario è quello di stimolare il pensiero critico e proporre soluzioni innovative per affrontare le criticità emergenti.Il dibattito si è articolato in due momenti distinti, focalizzati rispettivamente sul declino demografico e sull’emergenza sanitaria. La prima parte ha evidenziato come il lento spopolamento, aggravato dall’invecchiamento della popolazione, rappresenti una sfida complessa. Il sociologo Roberto Segatori ha sottolineato che questa tendenza, sebbene preoccupante, non è ineluttabile, ma richiede politiche mirate e lungimiranti. In particolare, ha sollevato dubbi sulla sostenibilità del sistema sanitario umbro, caratterizzato da una frammentazione eccessiva e da strutture spesso inefficienti. La necessità di un ripensamento radicale dell’università di Perugia è stata un altro punto cruciale, con l’avvertimento che senza interventi tempestivi, l’ateneo rischia di subire un ulteriore declino. L’intervento di Silvio Ranieri, segretario generale di Anci Umbria, ha sottolineato l’importanza di un patto istituzionale per la rigenerazione dei borghi, veri e propri patrimoni culturali e sociali da tutelare e valorizzare.Il secondo panel, dedicato alla sanità, ha messo a nudo le criticità più urgenti. Aviano Rossi, esperto di management sanitario, ha invocato una rivoluzione culturale che vada oltre la semplice riorganizzazione amministrativa, promuovendo la responsabilità diffusa e il merito. Sara Mandorla, rappresentante delle associazioni cardiologiche, ha insistito sulla necessità di un piano regionale per la prevenzione, un investimento cruciale per la salute futura della regione. Tullio Ostilio Moschini, esponente sindacale, ha denunciato una sanità troppo spesso sorda alle esigenze del territorio, promettendo una vigilanza attenta su qualsiasi piano sanitario. Francesca Castellani, segretaria regionale del Sumai, ha lanciato l’allarme per la fuga di specialisti e la mancanza di ricambio generazionale, un fenomeno che rischia di compromettere la qualità dei servizi offerti.La discussione si è infiammata anche in seguito all’intervento di Donatella Tesei, ex presidente della Regione, che ha contestato l’esistenza di un presunto deficit sanitario utilizzato come giustificazione per aumenti fiscali. Andrea Romizi, ex sindaco di Perugia, ha sollevato una questione di crescente rilevanza: il disagio psichico dei giovani, una piaga silenziosa che richiede un’attenzione immediata. Mirko Ceci, segretario provinciale di Azione a Perugia, ha riassunto le aspettative comuni: un piano sanitario partecipativo, concreto e orientato al raggiungimento di risultati misurabili.Roberto Morroni, presidente de L’Officina, ha concluso il dibattito focalizzandosi sulla radice di molte delle difficoltà regionali: la bassa produttività. Secondo Morroni, questo fattore genera salari bassi, pensioni inadeguate e aspettative disattese. Ha quindi invitato a elaborare una strategia coraggiosa che ponga la produttività al centro dell’agenda politica, auspicando un’azione decisa e un impegno collettivo per un futuro migliore per l’Umbria. L’auspicio è che L’Officina possa fungere da catalizzatore per una nuova stagione di riforme, promuovendo un cambiamento radicale e duraturo.
Umbria al bivio: Riforme urgenti per il futuro
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