Umbria: un’economia in transizione tra fragilità strutturale e segnali di resilienzaIl tessuto imprenditoriale umbro continua a manifestare una dinamica preoccupante: il primo trimestre del 2025 evidenzia un saldo negativo tra cessazioni e nuove iscrizioni, confermando una fragilità strutturale che affligge la regione. Il dato, elaborato dal Centro Studi delle Camere di Commercio, riflette una situazione in cui la perdita di imprese supera significativamente la nascita di nuove attività, con un saldo di -1.079 unità. Sebbene si osservi una diminuzione delle cessazioni rispetto all’anno precedente (-27,5%), un dato che potrebbe suggerire un miglioramento, il saldo complessivo negativo e un’anomalia nei registri anagrafici (potenziali ritardi negli aggiornamenti) dipingono un quadro tutt’altro che roseo. Un indicatore chiave – il numero di nuove iscrizioni – registra un calo del -1,8%, in netta controtendenza rispetto al +2,9% nazionale.L’analisi dettagliata delle forme giuridiche rivela una polarizzazione: mentre crescono sia le imprese individuali che le società di capitali (+5,3% ciascuna), si assiste a un crollo delle società di persone (-25,4%) e a un declino ancora più marcato delle altre forme societarie (-70%). Questo cambiamento potrebbe riflettere una preferenza per strutture aziendali più snelle e immediate, forse in risposta a un contesto economico incerto. Le cessazioni, pur in calo generale, rimangono elevate in tutte le categorie, indicando una pressione diffusa sul sistema produttivo regionale.Un esame settoriale evidenzia la difficoltà per alcuni comparti chiave: il turismo, l’agricoltura e il commercio mostrano saldi negativi significativi, con chiusure che superano le aperture. L’agricoltura, in particolare, soffre di una crisi profonda, mentre il commercio, nonostante l’apertura di nuove imprese, fatica a mantenere la parità con le cessazioni. Anche il settore delle costruzioni mostra segni di arretramento. Solo la manifattura, con una crescita delle iscrizioni del +12,3% (anche se con un saldo finale negativo), e i trasporti, con un aumento delle aperture del +50%, offrono qualche spiraglio di speranza. L’unica eccezione positiva è rappresentata dal settore assicurativo e creditizio, che mostra un saldo positivo (+12).L’incremento delle procedure concorsuali, con un’impennata dell’88,7%, rappresenta un campanello d’allarme particolarmente grave. Questo dato, in linea con l’aumento nazionale (+100%), riflette una crescente difficoltà per le imprese ad affrontare le sfide finanziarie e operative. Le procedure concorsuali coinvolgono aziende di ogni dimensione e forma giuridica, colpendo duramente settori strategici come costruzioni, commercio, manifattura, turismo e trasporti. La concentrazione di crisi nelle società di capitale sottolinea la necessità di un’analisi approfondita delle condizioni finanziarie e gestionali di queste imprese.Nonostante lo scenario complessivamente negativo, emergono segnali di speranza legati all’imprenditoria giovanile e femminile. Le imprese guidate da under 35 registrano una crescita del 21,8%, superando di gran lunga il dato nazionale negativo. Questo dinamismo si concentra soprattutto nei settori del turismo, dei servizi alle imprese e del commercio, alimentato da nuove realtà imprenditoriali ad alta vocazione innovativa. Anche l’imprenditoria femminile mostra una performance positiva (+9,6%), con risultati significativi nei settori delle costruzioni, assicurazioni, credito e servizi alle imprese.L’evoluzione dell’occupazione, pur indicando una crescita dell’1,4% nelle imprese umbre (leggermente superiore alla media nazionale), è caratterizzata da una disomogeneità. Le microimprese perdono terreno, mentre crescono le piccole, medie e grandi imprese. I settori che registrano i maggiori aumenti di occupazione sono il turismo, le costruzioni e i trasporti.Il Presidente della Camera di Commercio, Giorgio Mencaroni, sottolinea la necessità di un intervento strategico urgente per sostenere il sistema produttivo umbro. È fondamentale affrontare con priorità i temi del credito, dell’innovazione, della formazione e della semplificazione burocratica. Mencaroni evidenzia la fragilità del tessuto imprenditoriale e l’importanza di non disperdere le energie e le opportunità derivanti dalla resilienza dei giovani e delle donne che scelgono di intraprendere un’attività in Umbria. La resilienza, tuttavia, non è sufficiente: è necessario un piano strategico regionale e nazionale per garantire un futuro sostenibile per il sistema produttivo umbro.
Umbria: Fragilità e Resilienza nell’Economia Regionale
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