Umbria, la Guardia di Finanza contrasta l’illegalità nel settore turistico: un’indagine complessa tra economia sommersa, concorrenza sleale e sicurezza.Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Perugia ha intensificato l’attività di vigilanza economica nel cuore dell’Umbria, focalizzandosi sul delicato comparto del turismo ricettivo e delle locazioni brevi. L’intervento, frutto di un piano di controlli strutturato e supportato da segnalazioni puntuali di associazioni di categoria come Federalberghi e AssoTurismo, mira a disarticolare una rete di irregolarità che mina la competitività degli operatori onesti e compromette la sicurezza dei flussi turistici.L’indagine, estesa a sei comuni strategici – Assisi, Foligno, Spoleto, Todi, Gubbio e Umbertide – ha portato all’ispezione di diciotto strutture ricettive, evidenziando un quadro preoccupante: nove di esse risultano operare in condizioni di illegittimità. Queste non si limitano a semplici vizi formali, ma si configurano come violazioni significative di norme fiscali, amministrative e di sicurezza.L’evasione fiscale emerge come elemento centrale. I finanzieri hanno ricostruito un giro di mancati introiti che ammonta a oltre novanta mila euro, derivante dalla mancata dichiarazione dei redditi da parte di proprietari che, in assenza di contratti regolari, sfruttavano le opportunità offerte dal turismo per generare reddito in nero. Questi individui, operanti principalmente nei comuni di Gubbio e Umbertide, hanno eluso il pagamento di imposte e contributi, creando una concorrenza sleale che danneggia le imprese che operano nel rispetto delle normative.Oltre all’evasione fiscale, i controlli hanno rivelato una serie di irregolarità procedurali: mancanza di comunicazione di avvio attività agli uffici comunali, assenza della dichiarazione di locazione degli alloggi e omissione nell’esposizione del Codice Identificativo Nazionale (CIN), obbligatorio per tutte le strutture ricettive.Particolarmente gravi sono i casi rilevati ad Assisi e Todi, dove i titolari di due strutture sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria per la mancata comunicazione delle generalità degli ospiti, una violazione che compromette la sicurezza e la tracciabilità dei flussi turistici e che potrebbe nascondere attività illecite.L’attività di vigilanza non si è limitata al controllo delle attività ricettive, ma ha esteso la sua attenzione al mercato del lavoro, individuando due datori di lavoro che impiegavano lavoratori in nero, alimentando un fenomeno di sfruttamento e precarizzazione che danneggia i lavoratori e distorce il mercato.Questi interventi, rientrano in un’azione di contrasto più ampia, volta a tutelare la legalità, la concorrenza leale e la sicurezza dei flussi turistici, elementi fondamentali per la crescita sostenibile dell’economia regionale e per garantire un’esperienza di viaggio positiva e sicura per i visitatori. La Guardia di Finanza continuerà a monitorare attentamente il territorio, intensificando i controlli e collaborando con le autorità locali per assicurare il pieno rispetto delle normative vigenti.
Umbria: Guardia di Finanza contro l’illegalità nel turismo.
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