06 maggio 2025 – 10:12
Nel complesso di un antico rudere campestre, ubicato all’incrocio tra i comuni di Canosa di Puglia e Minervino Murge, nella zona nord barese, è emerso uno scenario criminale che sta suscitando grande scalpore. I resti carbonizzati di un individuo, identificato come Francesco Diviesti, un 26enne originario di Barletta, sono stati rinvenuti il 29 aprile scorso in un’area ricadente all’interno del medesimo complesso abbandonato. Le indagini hanno continuato a ruotare intorno alle condizioni della scoperta e al contesto in cui si è verificata l’aggressione. Diverse analisi, tra cui la ricostruzione dei fatti grazie all’esame dei reperti sul luogo del crimine, hanno evidenziato un uso di due pistole con calibri diversi tra loro. Ciò ha portato a diverse ipotesi e possibilità in merito alle modalità della vicenda, ma finora non è stato possibile accertare con certezza il movente che abbia spinto l’autore della aggressione ad agire in quel modo.Il territorio del nord barese, noto per la sua ricca storia e cultura, si è improvvisamente trasformato in un luogo di omicidio, dove le vicende criminali sono divenute protagoniste indesiderate. La società locale sembra ancora in preda al sisma emotivo causato dalla scoperta del corpo e dalle prime informazioni sugli eventi occorsi.La figura di Francesco Diviesti, un giovane con una vita ancora tutta da costruire, ha lasciato nella comunità il sentimento dell’impreparazione per l’inaspettata perdita. La sua scomparsa era stata segnalata solo due giorni prima della scoperta del suo corpo e le autorità locali hanno subito attivato un piano di ricerca intensiva, che si è concluso con la tragedia.Le conseguenze legate a questo evento stanno cominciando a manifestarsi in diversi ambiti della società locale. La presenza dell’omicidio nel territorio sta suscitando preoccupazioni sulla sicurezza pubblica e l’impegno delle forze di polizia per far luce sugli eventi è stato sottolineato dallo stesso capo della polizia di Barletta.
