A Taranto, un’assemblea di oltre un centinaio di figure apicali – magistrati, rappresentanti delle forze dell’ordine, ricercatori accademici, esponenti istituzionali, ordini professionali, associazioni del terzo settore e membri della comunità della pesca – si è riunita in un workshop di ampio respiro denominato “Un Mare di Legalità”. L’iniziativa, promossa dal Wwf Italia in sinergia con l’Università di Bari, la Procura della Repubblica di Taranto, la Capitaneria di Porto, l’Ordine degli Avvocati e Confcommercio Taranto, ha rappresentato un’occasione cruciale per approfondire le sfide legate alla protezione giuridica dell’ambiente marino.Il fulcro del confronto è stato il contrasto ai crimini ambientali che minacciano l’ecosistema costiero ionico. Oltre alla pesca illegale di specie protette come oloturie, datteri di mare e ricci, un’attenzione particolare è stata riservata alla distruzione di habitat vitali, in primis le praterie di Posidonia oceanica, ecosistemi sottomarini di inestimabile valore biologico e funzionale, veri e propri polmoni marini che forniscono ossigeno e rifugio per numerose specie. Le discussioni hanno altresì affrontato le criticità inerenti alla gestione delle aree marine protette, strumenti di conservazione che spesso faticano a bilanciare le esigenze di tutela e le attività antropiche, richiedendo un approccio dinamico e partecipativo.L’evento si è articolato in quattro tavoli tematici, concepiti per stimolare un dibattito costruttivo e favorire la condivisione di esperienze e buone pratiche. L’obiettivo primario è stato quello di elaborare proposte operative concrete e strategie condivise, capaci di rafforzare la prevenzione e la repressione dei reati ambientali, promuovendo una cultura della legalità e della responsabilità.Durante la cerimonia conclusiva, la direttrice generale del Wwf, Alessandra Prampolini, ha conferito il prestigioso premio “Un Mare di Legalità” alla Procura della Repubblica di Taranto e alla Capitaneria di Porto, in riconoscimento del loro costante impegno nella tutela dell’ambiente marino e della loro capacità di instaurare un dialogo costruttivo e trasparente con la società civile. Un riconoscimento che sottolinea l’importanza della collaborazione tra istituzioni e comunità locale per la salvaguardia del patrimonio naturale.La procuratrice Eugenia Pontassuglia ha sottolineato come la legalità non debba limitarsi all’azione repressiva, ma debba fondarsi su un approccio proattivo che coinvolga sensibilizzazione, formazione e responsabilizzazione. Un approccio sinergico e multidisciplinare è essenziale anche nelle fasi investigative, per garantire un’efficacia maggiore e una comprensione più approfondita delle dinamiche criminali che gravano sull’ambiente marino.Il capitano di vascello Giuseppe Meo, comandante della Capitaneria di Porto di Taranto, ha espresso la sua profonda gratitudine per il premio ricevuto, interpretandolo come un incoraggiamento a proseguire con determinazione sulla strada della legalità e della tutela del mare, risorsa fondamentale per il territorio e per le generazioni future. Un impegno che va oltre la mera applicazione delle norme, richiedendo un profondo senso di responsabilità e un costante aggiornamento sulle nuove sfide ambientali.
Un Mare di Legalità: Taranto al fronte per la tutela del mare
Pubblicato il
