domenica, 4 Maggio 2025
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Un sorriso contro il cancro: la storia di Ermete Panico, 16enne oncologico

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03 maggio 2025 – 16:51

E’ stato accolto con grande entusiasmo il giovane Ermete Panico, uscito vincitore dalla sua seconda battaglia contro il cancro, ma determinato a ritornare in ospedale per donare un sorriso ai piccoli malati oncologici. Al tempo di pochi giorni dalle dimissioni, ha organizzato una spedizione di volontari e animatori per renderli allegri alcuni bambini e ragazzi ricoverati nel reparto d’Onco-Ematologia della Clinica Pediatrica Vanvitelli di Napoli. Il giovane Ermete Panico, dal letto dell’ospedale Santobono-Pausilipon di Napoli, dove era ricoverato per lottare contro il cancro per la seconda volta in cinque anni, ha deciso di fondare un’associazione apposita: Uniti si vince 2025. In pochi giorni ha messo in piedi un vero esercito di volontari per portare il sorriso ai piccoli guerrieri impegnati nella loro grande battaglia per la vita, sottolineando l’importanza di non farli sentire diversi o ammalati. A dargli man forte è stata la pediatra Delia De Biasio e una psicologa, insieme ad alcuni amici, tra i quali c’è anche Nicola Alonzo, uno degli animatori che cercarono di alleggerirgli le giornate durante la prima permanenza in ospedale. “Nicola mi trattò senza tanti fronzoli” – ricorda Ermete. Ora è tra i suoi migliori amici.Il giorno seguente, appena uscito dall’ospedale da vincitore nella sua seconda grande lotta contro il cancro, ha portato i volontari e la sua esperienza ai piccoli ricoverati della clinica pediatrica ‘Vanvitelli’, pronto a far giocare e ballare i bambini costretti in ospedale per le cure. Un pomeriggio diverso per i piccoli, che hanno accolto il gruppo di volontari con il sorriso, nonostante le flebo trascinate nei corridoi per raggiungere lo spazio destinato al gioco: qualche calcio al pallone, una merenda sana, alcuni balli, dei racconti per arrivare alla vittoria e soprattutto tanti abbracci. “Quest’anno ho dovuto riaffrontare la lotta contro il cancro che era tornato più aggressivo – spiega Ermete con un sorriso disarmante”, tuttavia ce l’ha fatta. “In questi anni sono tornato in ospedale da volontario ma adesso, da vecchio combattente, ho una consapevolezza diversa”. E quella di voler aiutare gli altri a non sentirsi soli perché chiudersi e non parlare del proprio male non serve. Finora ha avuto paura a “scoprirmi” per raccontare il suo disagio, ma stare in silenzio quando il tuo corpo cambia, quando non riesci nemmeno a mandare giù un boccone, non va bene.Ecco l’importanza di comunicare e farsi aiutare. Tutti possono aiutare, nessuno escluso. Il nostro obiettivo deve essere quello di alleggerire questa permanenza forzata nei reparti oncologici. I bambini devono poter sorridere e le loro mamme sapere che non sono sole.La sua associazione vuole portare un po’ di allegria ai piccoli malati, perchè il cancro è un avversario difficile da sconfiggere ma ci sono sempre speranze. “Ai bambini devono essere spiegato che anche loro possono vincere” – conclude Ermete -.

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