La vicenda Unicredit, Banco BPM e Commerzbank continua a generare tensioni a livello nazionale ed europeo, sollevando interrogativi complessi sull’esercizio del *golden power* e sulle implicazioni per la governance delle banche quotate. L’attesa per la sentenza del TAR del Lazio, che dovrebbe essere pubblicata entro il 16 luglio, si intreccia con le reazioni provenienti da Berlino e Bruxelles, delineando un quadro di crescente incertezza per l’istituto guidato da Andrea Orcel.Il nodo centrale della disputa risiede nell’esercizio del *golden power* da parte del governo italiano, volto a salvaguardare gli interessi nazionali in un contesto di acquisizioni transfrontaliere. Unicredit contesta la legittimità delle prescrizioni imposte per la scalata a Banco BPM, accusando l’esecutivo di aver operato con discrezionalità eccessiva e di averne compromesso la libertà d’azione. La difesa dello Stato, in udienza, ha ribadito l’inammissibilità delle argomentazioni della banca, suggerendo la possibilità di deferire la questione alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea qualora emergessero dubbi interpretativi.Parallelamente, la situazione si fa più tesa in Germania, dove il governo tedesco ha espresso forte disappunto per l’incremento della partecipazione di Unicredit in Commerzbank, passando da una quota inferiore al 20% attraverso la conversione di derivati in azioni. Questa manovra è stata giudicata “non amichevole” e “non concordata”, in aperta contrapposizione con la strategia di indipendenza perseguita dalla banca tedesca. Berlino ha inoltre escluso la possibilità di cedere la sua quota di capitale, pari al 12%, in Commerzbank, delineando una chiara linea di demarcazione nei confronti di Unicredit.La Commissione Europea, chiamata in causa dalla vicenda, ha dichiarato di non aver ancora preso decisioni sull’esercizio del *golden power* italiano e di non aver avviato valutazioni preliminari, smentendo le indiscrezioni relative all’invio di una contestazione formale a Roma. L’atteggiamento prudente assunto da Bruxelles riflette la delicatezza della situazione e la necessità di valutare attentamente le implicazioni legali e politiche della controversia.Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha mantenuto un profilo basso, declinando ogni commento sulla vicenda, sottolineando la complessità e la delicatezza della questione. La vicenda solleva interrogativi più ampi relativi alla capacità degli Stati membri di esercitare il *golden power* in un contesto di mercato unico europeo, bilanciando la tutela degli interessi nazionali con il rispetto delle regole della concorrenza e della libera circolazione dei capitali. La sentenza del TAR del Lazio, così come le prossime mosse delle istituzioni europee, saranno cruciali per definire i contorni di questo delicato equilibrio e per delineare i limiti all’intervento statale nella governance delle banche quotate. La questione è quindi ben più ampia di una singola acquisizione, e tocca principi fondamentali del diritto europeo e della politica economica.
Unicredit, Banco BPM e Commerzbank: Tensioni, Golden Power e Incertezze
Pubblicato il
