Il quadro ecologico dei corsi d’acqua valdostani, emerso dalle attuali indagini di monitoraggio condotte dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA) della Valle d’Aosta, rivela una condizione complessivamente positiva, pur evidenziando sfide specifiche legate all’impatto antropico e alla variabilità idrica. L’analisi, destinata a concludersi nel corso dell’anno corrente, coinvolge un campione rappresentativo di 72 torrenti, suddivisi in 53 corsi d’acqua naturali e 19 significativamente alterati dall’intervento umano.I risultati indicano che una quota preponderante, pari all’83,3% dei corsi d’acqua valutati, presenta uno stato ecologico classificato come “buono” o “elevato”. Questo dato, confortante, suggerisce un’efficace gestione e una relativa resilienza degli ecosistemi fluviali naturali della regione. Tuttavia, la situazione si fa più complessa nell’analisi dei corsi d’acqua “fortemente modificati”, un sottoinsieme cruciale per comprendere le pressioni a cui i sistemi fluviali sono sottoposti. In questi corsi d’acqua, caratterizzati da profonde alterazioni morfologiche e idrauliche dovute a interventi come canalizzazioni, dighe o urbanizzazione, più della metà (superiore al 50%) non riesce a esprimere il suo potenziale ecologico ottimale.È fondamentale contestualizzare questi risultati. La natura stessa di questi corsi d’acqua, segnata da una profonda trasformazione, ne limita intrinsecamente la capacità di raggiungere gli standard più elevati di qualità ecologica. Nonostante ciò, l’ARPA sottolinea come, in alcune situazioni, il degrado sia ulteriormente esacerbato dalla persistenza di periodi di siccità, che compromettono la disponibilità di acqua negli alvei, con ripercussioni negative sulla fauna acquatica e sugli habitat.Sul fronte della qualità chimica, il quadro è rasserenante: tutti i 72 torrenti monitorati finora rispettano i parametri definiti come “buoni”. Un’eccezione, attualmente sotto esame, riguarda il tratto superiore del fiume Dora Baltea, dove sono in atto specifiche analisi volte a individuare e quantificare la presenza di potenziali inquinanti. Queste indagini mirano a una comprensione più approfondita delle dinamiche chimiche che regolano la qualità dell’acqua in quella particolare area.Il monitoraggio continuo e l’analisi approfondita dei dati raccolti rappresentano strumenti essenziali per la conservazione e il ripristino degli ecosistemi fluviali valdostani, consentendo di adottare misure mirate per mitigare gli impatti negativi e promuovere la resilienza di questi preziosi ambienti naturali. La sfida futura consiste nell’affrontare le cause profonde della scarsità idrica e nel perseguire strategie di riqualificazione che favoriscano la connettività ecologica e il recupero delle funzioni naturali dei corsi d’acqua, in particolare quelli fortemente modificati.
Valle d’Aosta: Acqua, tra Buone Notizie e Sfide Ambientali
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