## La Valle d’Aosta al bivio: referendum elettorale, tempistiche complesse e implicazioni per il futuro politicoL’Assemblea Valdostana si è aperta con un acceso dibattito sul referendum confermativo relativo alla legge elettorale regionale, approvata in febbraio. L’iniziativa, promossa sia da consiglieri di Lega VdA e Misto, che da un comitato civico con oltre 2200 firme, solleva interrogativi cruciali sul futuro della rappresentanza politica e sulla trasparenza del processo decisionale.La discussione ha evidenziato una situazione inedita e potenzialmente destabilizzante per la regione. Chiara Minelli (PCP) ha chiarito che la legge elettorale, nella sua forma attuale, è sospesa fino all’esito del referendum e, conseguentemente, le prossime elezioni regionali, previste per fine settembre, si svolgeranno con il sistema della preferenza unica. La finestra temporale per il referendum, compresa tra metà agosto e metà ottobre, pone un dilemma politico: scegliere una data che massimizzi la partecipazione popolare, idealmente coincidente con il “election day” di settembre.L’incertezza sulle regole elettorali, a soli quattro mesi dalle consultazioni, ha generato forti preoccupazioni, espressamente sollevate da Pierluigi Marquis (Forza Italia). La mancanza di chiarezza rischia di minare la fiducia dei cittadini e di compromettere la legittimità del processo democratico. Paolo Sammaritani (Lega VdA) ha criticato aspramente la modifica introdotta, riguardante le tre preferenze di genere, definendola non solo inefficace nel riequilibrare la rappresentanza femminile (essendo la Valle d’Aosta l’unica regione italiana ad adottare un simile sistema), ma anche frutto di un processo legislativo frettoloso, maldestro e percepito come arrogante.Le implicazioni temporistiche del referendum sono state al centro delle osservazioni di Stefano Aggravi (Rassemblement valdotain), che ha evidenziato come la concomitanza della consultazione referendaria con la campagna elettorale per il Consiglio Valle possa generare scenari paradossali e confusioni tra gli elettori.La difesa della legge elettorale è stata affidata ad Aurelio Marguerettaz (Union valdotaine), che ha invocato il desiderio popolare di mantenere il sistema delle tre preferenze, avvertendo i proponenti del referendum di un potenziale “backfire” politico. Il Presidente della Regione, Renzo Testolin, ha ribadito l’inviolabilità delle regole procedurali, sottolineando che la finestra temporale prevista dalla legge consente di indire il referendum entro un intervallo di 60-90 giorni, con un impatto vincolante sulla definizione delle preferenze di lista per le elezioni regionali. Ha inoltre riconosciuto l’inconveniente di non poter conoscere l’esito del referendum prima delle elezioni, ma ha insistito sulla necessità di rispettare le disposizioni legislative esistenti.Il dibattito, complesso e ricco di implicazioni, lascia intravedere una regione divisa, alle prese con una sfida cruciale per il futuro della propria rappresentanza politica e per la salvaguardia dell’integrità del processo democratico. La scelta della data del referendum si presenta come un atto politico di notevole importanza, in grado di influenzare non solo l’esito della consultazione, ma anche il clima politico e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni regionali.