L’interferenza politica nell’economia valdostana rappresenta una problematica strutturale, un tema delicato sollevato con fermezza da Francesco Turcato, presidente di Confindustria Valle d’Aosta. L’affermazione, avanzata in un contesto di crescente insofferenza da parte del mondo imprenditoriale locale, evidenzia una percezione diffusa di intrusioni che ostacolano la crescita e l’autonomia del tessuto produttivo.Turcato, amministratore delegato di aziende metalmeccaniche e figura di spicco nella rappresentanza degli industriali valdostani dal 2022, descrive un quadro complesso in cui le istituzioni politiche sembrano approcciarsi al mondo imprenditoriale con modalità inadeguate, tentando di esercitare un’influenza che trascende i limiti del ruolo di supporto e di stimolo. Il concetto chiave espresso è la necessità di un rapporto che ponga al centro l’interesse degli imprenditori, escludendo qualsiasi forma di condizionamento improprio. Confindustria, in questo contesto, si configura come un baluardo, un sindacato che per vocazione e mandato difende esclusivamente gli interessi dei propri associati.La vicenda CVA, recentemente al centro di un acceso dibattito, ha acuito queste tensioni. Le accuse di pressioni politiche mosse dall’ex presidente di Finaosta, con l’apertura di indagini per reati di gravità considerevole, hanno gettato una luce cruda su possibili dinamiche di potere opache. Turcato, pur sottolineando di aver appreso la vicenda attraverso i media, condivide l’impressione che la politica abbia cercato, o tentato, di gestire l’azienda, una percezione contrastante con la condotta, a suo dire, trasparente e corretta mantenuta dalla CVA durante le commissioni d’inchiesta. L’ipotesi di comunicazioni attraverso canali non ufficiali e non trasparenti, volte a influenzare le decisioni aziendali, è un elemento che esacerba ulteriormente la critica.Oltre al nodo delle interferenze politiche, Turcato pone l’attenzione su una questione cruciale per lo sviluppo economico della regione: la carenza di manodopera qualificata. Nonostante il potenziale di sinergia tra industria e turismo, due pilastri fondamentali dell’economia valdostana, la difficoltà nel reperire personale specializzato rappresenta un freno significativo. Turcato auspica un cambio di mentalità, un ripensamento del concetto stesso di “manovalanza”, elevandolo da semplice lavoro manuale a professione che merita riconoscimento e valorizzazione. Si tratta di recuperare un’immagine positiva del lavoro che coinvolge le mani, promuovendo percorsi di formazione professionale mirati e incentivando l’attrazione di talenti nella regione.La sfida, dunque, si articola su due fronti: garantire l’autonomia e la libertà di iniziativa del mondo imprenditoriale, sottrattandolo a logiche politiche intrusive, e investire nella formazione e nella valorizzazione del capitale umano, elemento imprescindibile per un futuro economicamente prospero per la Valle d’Aosta. La visione di Turcato si proietta verso un modello di sviluppo equilibrato, in cui l’innovazione, la competitività e la creazione di valore siano frutto dell’ingegno e dell’impegno degli imprenditori, liberi da condizionamenti esterni e sostenuti da una forza lavoro qualificata e motivata.
Valle d’Aosta: Turcato denuncia interferenze politiche e carenza di manodopera
Pubblicato il
