Un atto di deliberata aggressione ha colpito il centro sociale Vittoria di Milano, segnando un episodio di profonda inquietudine e un’escalation di tensioni che investono il tessuto sociale milanese. Tra la notte di venerdì e sabato, elementi non ancora identificati hanno vandalizzato l’esterno del centro, luogo di aggregazione e spazio di espressione politica, dove erano esposti materiali di sostegno alla causa palestinese.L’atto, descritto dal centro sociale come un’ennesima provocazione, ha comportato lo strappo di uno striscione e l’apposizione di un volantino contenente un messaggio intimidatorio, rivolto direttamente ai membri del centro. La firma di questo gesto violento, impressa con vernice nera, ha assunto la forma di una stella di David, simbolo complesso e carico di significato storico e religioso.Questo evento non può essere isolato, ma va collocato all’interno di un contesto più ampio di crescenti manifestazioni di antagonismo e di polarizzazione ideologica. La scelta del simbolo ebraico come firma dell’atto, pur non potendo essere interpretata come una generalizzazione di intenti o comportamenti all’intera comunità ebraica, solleva interrogativi profondi sulla strumentalizzazione di identità religiose e culturali a fini politici e sulla manipolazione di simboli per alimentare l’odio e l’intolleranza.Il centro sociale Vittoria, da sempre impegnato nella promozione di valori di inclusione, solidarietà e giustizia sociale, denuncia con fermezza questo atto vandalico e condanna ogni forma di violenza e discriminazione. Richiama le autorità competenti ad avviare un’indagine approfondita per identificare i responsabili e ad adottare misure preventive per garantire la sicurezza e la tutela della libertà di espressione.L’episodio getta una luce cruda sulla fragilità del dialogo e sulla necessità urgente di promuovere una cultura del rispetto, dell’ascolto e della comprensione reciproca. È fondamentale contrastare ogni forma di estremismo e radicalizzazione, promuovendo l’educazione alla cittadinanza attiva e il rafforzamento del senso di comunità. La risposta a questo atto di violenza non può essere l’escalation di ulteriori provocazioni, ma la riaffermazione dei principi democratici e la ricerca di un confronto civile e costruttivo. Il silenzio o l’inerzia sarebbero un’ammissione di sconfitta di fronte all’intimidazione e alla barbarie. La comunità milanese, e la società italiana nel suo complesso, deve reagire con determinazione, opponendosi a qualsiasi forma di odio e intolleranza, e difendendo i valori di pace, giustizia e libertà.