Un’onda di solidarietà palpabile ha attraversato Ventimiglia nel pomeriggio, con circa trecento persone che si sono unite a una manifestazione promossa dal comitato Palestina Libera Ventimiglia e dintorni. L’evento, sincronizzato con iniziative analoghe a Roma e con la drammatica realtà della Striscia di Gaza, ha rappresentato un’espressione tangibile del crescente desiderio di rispetto del diritto internazionale e di un immediato cessate il fuoco.L’apertura della manifestazione ha assunto un significato particolarmente toccante grazie a una preghiera interreligiosa, un gesto di dialogo e unità promosso dal parroco di Sant’Agostino, Don Ferruccio Bortolotto. Questo momento, che ha trascenduto le differenze di fede, ha sottolineato la comune umanità che lega i partecipanti e il loro impegno condiviso per la pace.Il corteo, animato da striscioni vibranti con messaggi urgenti come “Stop al Genocidio a Gaza” e “Fermiamo il Massacro”, ha percorso le principali arterie cittadine, da Piazza Ettore e Marco Bassi fino ai Giardini Tommaso Reggio, attraversando la pedonale di Via Ruffini, Via Roma e Via della Repubblica, temporaneamente interrotte al traffico per consentire la libera espressione del sentimento collettivo. L’atmosfera era carica di emozione e di una profonda preoccupazione per la crescente catastrofe umanitaria.La manifestazione ha offerto una piattaforma cruciale per voci dirette dalla terra palestinese. Due medici palestinesi, Ahmad Dawud e Khaled Rawash, entrambi professionisti attivi nella provincia di Imperia, hanno condiviso le loro esperienze e i loro appelli. I loro interventi hanno superato la mera denuncia delle violenze, focalizzandosi sulla necessità imperativa di un cambio radicale di paradigma nelle relazioni internazionali. Hanno esplicitamente chiesto l’interruzione immediata dei finanziamenti militari ed economici destinati allo stato di Israele, sostenendo che queste risorse alimentano non solo la devastazione di Gaza e la repressione in Cisgiordania, ma anche un conflitto più ampio che destabilizza l’intero Medio Oriente.La denuncia dei medici ha ampliato la prospettiva, evidenziando come l’aggressività israeliana non si limiti a colpire la popolazione palestinese, ma si estenda a tutti i paesi arabi che manifestano solidarietà verso il popolo palestinese. Questo aspetto cruciale ha introdotto una riflessione più ampia sulle dinamiche geopolitiche sottostanti al conflitto, invitando a considerare le implicazioni regionali e globali della situazione. La manifestazione, quindi, non si è limitata a una protesta locale, ma si è configurata come un appello globale alla responsabilità e all’azione, richiamando l’attenzione su un’emergenza umanitaria e geopolitica che richiede un impegno collettivo e una revisione profonda delle politiche internazionali.
Ventimiglia: 300 in strada per Gaza, appello alla pace
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