Sedici anni. Un numero che non diminuisce il peso del ricordo, ma lo consolida in una memoria collettiva ferita e mai del tutto rimarginata. Il 29 giugno 2009, Viareggio fu teatro di una tragedia che segnò profondamente la Versilia e l’Italia intera: la strage ferroviaria. La commemorazione di quest’anno, più che una semplice ricorrenza, si è configurata come un momento di riflessione, un intreccio di memoria individuale e responsabilità civile, in un contesto globale segnato da conflitti e disuguaglianze.La processione, un corteo solenne che ripercorre le vie segnate dal dolore, ha visto una partecipazione sentita, testimonianza di un legame indissolubile con le 32 vittime e con le famiglie che hanno subito una perdita irreparabile. Bandiere della pace, un monito urgente in un mondo tormentato da guerre e tensioni, hanno punteggiato il percorso, elevando un pensiero comune per la cessazione delle violenze e per la costruzione di un futuro di serenità.L’omaggio non si è limitato alla preghiera e al silenzio. Un giovane neo-laureato in lettere ha presentato un rapporto Inail sul progetto scuola-lavoro, rivelando dati preoccupanti sugli infortuni sul lavoro, con un picco di 600 incidenti nel primo trimestre del 2025, di cui cinque mortali. Questa tragica statistica ha proiettato la commemorazione in una dimensione più ampia, ponendo l’attenzione sulla necessità di un impegno costante per la sicurezza e la prevenzione in ogni ambito lavorativo, con particolare riguardo alle nuove generazioni. La sicurezza non è solo una questione tecnica, ma un imperativo etico che impone una cultura della responsabilità condivisa.Gianfranco Maffei, autore del toccante libro “Ultima fermata”, ha offerto la sua testimonianza, arricchendo il ricordo con la profondità della sua analisi. Insegnanti del liceo scientifico Barsanti e Matteucci e della scuola media Franca Papi, insieme agli studenti vincitori della borsa di studio promossa dall’onlus “Il Mondo che vorrei”, hanno contribuito con la loro sensibilità e il loro impegno civile. Alle 23:48, l’emozionante lettura dei nomi delle vittime ha creato un momento di intensa commozione, un coro di voci che hanno risuonato nel cuore della città.Un gesto simbolico, l’alzata a bandiera alla Casina dei ricordi, un luogo di raccoglimento e di riflessione sul disastro, ha rappresentato la liberazione da un’attesa dolorosa. La bandiera della Città di Viareggio, precedentemente a mezz’asta in attesa della sentenza, è stata innalzata dai motociclisti del gruppo “Tartarughe Lente”, suggellando un capitolo di giustizia, seppur tardiva.L’associazione “Il Mondo che vorrei”, guidata dalla presidente Daniela Rombi, ha onorato la memoria di Donatella Francesconi, stimata giornalista del Tirreno, scomparsa recentemente. La sua voce, testimone diretta e appassionata della strage ferroviaria fin dalle prime ore, ha contribuito a mantenere viva la memoria e a denunciare le responsabilità. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile, ma il suo lavoro rimane un prezioso patrimonio per la città e per l’Italia intera. La commemorazione, al di là del dolore, si è trasformata in un rinnovato impegno per la giustizia, la sicurezza e la memoria, un monito costante per il futuro.
Viareggio, 16 anni dalla strage: memoria, impegno e futuro.
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