Il Villaggio Olimpico di Milano, strategicamente collocato nell’area ovest dell’ex Scalo di Porta Romana, si configura come un esempio virtuoso di pianificazione urbana integrata e sostenibile, superando le tradizionali dicotomie tra eventi temporanei e infrastrutture permanenti.
L’iniziativa, frutto di un’intesa sinergica tra la Fondazione Milano Cortina 2026, Coima, Regione Lombardia e il Comune di Milano, mira a creare un complesso residenziale multifunzionale capace di rispondere alle esigenze di studenti e atleti, garantendo al contempo un impatto positivo duraturo sul tessuto urbano.
L’ampliamento del Villaggio, destinato ad accogliere fino a 1700 posti letto, rappresenta un incremento significativo rispetto alla previsione originaria di 1400, consolidando un target di accoglienza ideale per la successiva transizione verso una residenza universitaria di eccellenza.
Questa trasformazione, caratterizzata da un’efficienza operativa senza precedenti, elimina la necessità di arredi temporanei, accelerando i tempi di riconsegna a Coima a marzo 2026, immediatamente dopo la conclusione dei Giochi, e rendendo le strutture accessibili agli studenti già dall’anno accademico 2026/27.
L’accordo non si limita all’incremento delle unità abitative, ma abbraccia una visione più ampia di servizi e infrastrutture permanenti.
I 10.
000 metri quadrati di superficie al piano terra, originariamente destinati a strutture temporanee, saranno integrati in modo stabile per ospitare servizi dedicati agli atleti, inclusi spazi per la ristorazione, palestre all’avanguardia, aree di coworking e strutture medico-sanitarie, tutti elementi che arricchiranno il quartiere anche dopo i Giochi.
La rapidità della conversione del Villaggio Olimpico in residenza universitaria si pone come un primato a livello nazionale e internazionale.
Con soli quattro mesi necessari per la trasformazione, l’iniziativa supera di gran lunga i tempi medi storici di riconversione dei villaggi olimpici, che si attestano attorno ai 15 mesi.
Questo risultato, in linea con le migliori pratiche globali, si discosta significativamente da esempi come Roma 1960 e Torino 2006, e si pone in contrasto con i tempi prolungati necessari a Rio de Janeiro (oltre tre anni) e le stime attuali per Parigi 2024 (16 mesi).
L’esperienza di Seoul 1988, con i suoi tre mesi di conversione, rappresenta un precedente significativo, ma l’approccio milanese, con la sua attenzione alla sostenibilità e all’integrazione urbana, si configura come un modello di eccellenza per le future manifestazioni sportive.
Questa velocità di trasformazione testimonia un’organizzazione impeccabile e un impegno concreto verso la creazione di un’eredità duratura per la città di Milano.