A seguito di un’approfondita istruttoria, protrattasi fino al termine del 2024, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha concluso l’indagine relativa alle pratiche commerciali di Virgin Active Italia, infliggendo una sanzione pecuniaria pari a 3 milioni di euro. L’azione sanzionatoria, che si è concretizzata in una decisione formale, evidenzia preoccupazioni relative a comportamenti potenzialmente scorretti nel mercato del fitness e del benessere.L’istruttoria, debitamente motivata da segnalazioni e valutazioni preliminari, ha esaminato in dettaglio le strategie promozionali e contrattuali adottate da Virgin Active Italia. Al centro dell’attenzione sono le modalità di offerta di abbonamenti, i termini e le condizioni contrattuali, e la trasparenza delle informazioni fornite ai consumatori. L’AGCM ha scrutinato la corretta comunicazione di obblighi e diritti, l’evidenza delle clausole limitative della libertà contrattuale e l’equità delle condizioni applicate.La sanzione pecuniaria di 3 milioni di euro riflette la gravità dei comportamenti riscontrati, che hanno generato un impatto potenzialmente negativo per i consumatori e distorto la concorrenza nel settore. Sebbene l’AGCM non abbia comunicato dettagli specifici sulle infrazioni, si presume che queste riguardino, in via prevalente, pratiche ingannevoli o aggressive, e/o condizioni contrattuali eccessivamente vessatorie. Questa decisione dell’AGCM sottolinea l’importanza di una rigorosa conformità alle norme in materia di tutela della concorrenza e dei diritti dei consumatori, anche per operatori di rilievo nel settore del fitness. Il caso Virgin Active Italia rappresenta un monito per l’intero mercato, evidenziando come le strategie commerciali debbano essere chiare, trasparenti e rispettose dei principi di correttezza e buona fede.L’AGCM, nel suo ruolo di garante della concorrenza, continuerà a monitorare il mercato, intervenendo in caso di comportamenti scorretti che possano pregiudicare il benessere dei consumatori e la leale competizione. La decisione relativa a Virgin Active Italia si inserisce in un quadro più ampio di azioni volte a promuovere un mercato del fitness più equo e trasparente, dove i consumatori siano pienamente informati e liberi di fare scelte consapevoli. Il caso evidenzia, inoltre, la crescente attenzione delle autorità di garanzia alla complessità delle relazioni contrattuali nel mondo digitale e post-digitale, dove le pratiche commerciali possono evolvere rapidamente e richiedere una vigilanza costante.