Alle Radici del Néctar Divino: Viticoltura, Archeologia e Identità Sarda tra l’Età Nuragica e il XXI SecoloUn’immersione affascinante nel tempo, un viaggio esperienziale tra le origini della viticoltura sarda, si propone lunedì 30 giugno presso Epulae Centro Studi Internazionale della Cultura Enogastronomica, a Poggio dei Pini (Capoterra). Il convegno, intitolato evocativamente, non si limita a tracciare la storia della vite nell’isola, ma ne indaga le implicazioni culturali, economiche e identitarie, collegando il passato nuragico al presente globale.L’iniziativa, che si svolgerà dalle 10:00 alle 13:30, sarà introdotta e moderata dal giornalista Roberto Ripa, e vedrà la partecipazione di un panel di esperti di spicco, con l’auspicio di stimolare una riflessione articolata e multidisciplinare. I saluti istituzionali saranno affidati ad Angelo Concas, presidente nazionale di Accademia Epulae, Mariano Murru, presidente di Assoenologi Sardegna, e Pierpaolo Vargiu, dell’associazione Sardegna verso l’Unesco, che sottolineeranno l’importanza di questo patrimonio per il futuro dell’isola.L’intervento di Pierpaolo Vargiu aprirà il dibattito, esplorando il complesso rapporto tra patrimonio culturale immateriale e sviluppo sostenibile. L’associazione Sardegna verso l’Unesco intende valorizzare il legame intrinseco tra la cultura vitivinicola e la candidatura dell’isola come sito di interesse mondiale, promuovendo un turismo consapevole e rispettoso delle tradizioni locali.La prima sessione, “L’Evoluzione della Viticoltura Antica”, guiderà i partecipanti attraverso le tappe fondamentali della coltivazione della vite in Sardegna. Gianni Lovicu, esperto di archeologia del paesaggio, ripercorrerà il percorso dalla selvatica *Vitis sylvestris* alle prime pratiche enologiche e viticole dell’età arcaica, illustrando l’ingegno umano nell’addomesticare la natura e trasformare un frutto selvatico in una risorsa preziosa. A seguire, l’archeologa Cinzia Loi presenterà una ricostruzione dettagliata delle tecniche di vinificazione utilizzate nella Sardegna dell’Età del Bronzo, focalizzandosi sul ruolo dei palmenti, manufatti che testimoniano una tradizione millenaria ancora viva oggi. L’analisi non si limiterà agli aspetti tecnici, ma indagherà anche le implicazioni rituali e sociali del vino nella società nuragica.La terza sessione, “Testimonianze Archeobotaniche: un Dialogo tra Storia e Scienza”, offrirà una prospettiva innovativa attraverso l’analisi di reperti archeologici. Gianluigi Bacchetta, Marco Sarigu e Mariano Ucchesu condivideranno le loro scoperte sui “vinaccioli”, i semi d’uva fossilizzati che offrono una finestra unica sul passato. L’analisi comparata dei vinaccioli sardi con quelli provenienti da altre regioni del Mediterraneo permetterà di ricostruire le rotte commerciali e gli scambi culturali che hanno caratterizzato l’antichità. L’approccio scientifico, integrato con le fonti storiche e letterarie, offrirà una comprensione più completa dell’importanza della vite e dell’uva nella storia della Sardegna e del Mediterraneo.Il convegno si concluderà con una sessione di domande e risposte, offrendo al pubblico l’opportunità di interagire direttamente con gli esperti. A seguire, una degustazione di vini, curata da Agris, Assoenologi ed Epulae, offrirà un’esperienza sensoriale unica, permettendo ai partecipanti di assaporare la storia e di apprezzare la ricchezza del patrimonio vitivinicolo sardo, un vero e proprio simbolo dell’identità culturale dell’isola.L’evento è ad accesso libero previa prenotazione alla segreteria di Epulae (347 1249013), un invito a immergersi nelle radici profonde di una tradizione che continua a nutrire l’anima e il palato della Sardegna.