Il Teatro Franco Parenti di Milano ha ospitato il 29 maggio un evento di profondo significato culturale, l’atto conclusivo del ciclo “Intelligenza” de La Milanesiana, un’iniziativa curata da Elisabetta Sgarbi con il sostegno di Burgo S.p.A. e BookCity. La serata, come le precedenti, ha visto il pubblico esaurire i biglietti, testimoniando l’interesse del pubblico per le riflessioni proposte. L’onore della serata è ricaduto su Yasmina Reza, acclamata autrice francese, insignita del prestigioso Premio Jean-Claude e Nicky Fasquelle / La Milanesiana, un riconoscimento conferito da Julien Fasquelle e Elisabetta Sgarbi. La premiazione di Reza, autrice de “La vita normale” (Adelphi), vincitrice del Prix Renaudot nel 2016, non è stata solo un atto formale, ma una dichiarazione di intenti. Paolo Giordano, curatore della motivazione, ne ha delineato la portata intellettuale e artistica, evidenziando come l’opera di Reza, apparentemente ancorata a un’analisi spietata della quotidianità, si aprisse a spiragli inattesi di lirismo e compassione. Le sue rappresentazioni delle dinamiche familiari, spesso segnate da un’implacabile cronaca di stanchezza e disillusione, si rivelano capaci di cogliere, in momenti di rara intensità, la fragilità e la necessità di tenerezza che si cela dietro le maschere dell’incomunicabilità.Giordano ha sottolineato come l’ironia tagliente di Reza, lungi dall’essere mero strumento di critica sociale, si trasformi in un abbandono emotivo che spoglia i personaggi delle loro difese, rivelando la loro vulnerabilità profonda. La sua capacità di sondare le profondità dell’animo umano, di descrivere le nevrosi, le frustrazioni e l’alienazione che caratterizzano il nostro tempo, è stata riconosciuta come un elemento cruciale per comprendere la complessità del presente. La scrittura di Reza non si limita a riflettere la realtà, ma la interpreta, ne coglie le contraddizioni e le esaspera, offrendo al lettore/spettatore uno specchio impietoso e al tempo stesso illuminante.L’autore ha inoltre fatto riferimento a una dichiarazione di Reza contenuta in “Babilonia”, dove l’autrice esprimeva il suo disinteresse per la riflessione globale, considerandola inutile. Tuttavia, Giordano ha interpretato questo apparente disinteresse come una strategia arguta: la meticolosa osservazione delle famiglie, confinate nei loro spazi privati, si rivela uno strumento potente per scrutare il mondo esterno, per cogliere le dinamiche più sottili e per comprendere le realtà che altrimenti sfuggirebbero. La micro-storia delle famiglie diventa così un prisma attraverso cui rifrangere la macro-storia del nostro tempo.Il Premio Jean-Claude e Nicky Fasquelle / La Milanesiana, l’anno precedente, era stato assegnato a Mathieu Belezi, a riconoscimento della sua capacità di innovare e ispirare attraverso la scrittura. La scelta di Yasmina Reza si inserisce in questa linea di apprezzamento per gli autori capaci di spingere i confini della letteratura e del teatro, offrendo al pubblico nuove prospettive e strumenti di comprensione del mondo. La serata si è confermata come un momento significativo nel panorama culturale milanese, celebrando la potenza della parola e la sua capacità di illuminare le ombre dell’esistenza.