“Non dirmi che hai paura”: la potenza della resilienza e della speranza attraverso il teatro

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Laura Ruocco, regista della trasposizione teatrale di “Non dirmi che hai paura” di Giuseppe Catozzella, esprime con emozione il suo coinvolgimento nel progetto che debutterà al Teatro Alighieri di Ravenna. La genesi dello spettacolo risale a sei anni fa, quando Laura collaborava con Giorgia Massaro, interprete principale della pièce e scopritrice del libro. Colpita dalla passione di Giorgia per la storia di Samia Yusuf Omar, atleta somala dalle Olimpiadi di Pechino 2008 alla fuga verso l’Europa per realizzare i suoi sogni sportivi, Laura si è lasciata conquistare dal romanzo che ha cambiato il suo modo di vedere la vita.La narrazione teatrale si propone come un viaggio evocativo attraverso la determinazione e i sacrifici di Samia, incarnando valori umani profondi e universali. Il coinvolgimento dell’autore Catozzella e delle musiche di Peter Gabriel conferiscono allo spettacolo una profondità emotiva unica. Laura Ruocco sottolinea l’importanza della contaminazione artistica nel processo creativo, amalgamando danza, musica e recitazione in uno spettacolo fisico e coinvolgente.La presenza sul palco degli atleti Hadi Tiranvipour e Mahdia Sharifi, protagonisti del progetto olimpionico per i rifugiati, aggiunge un elemento tangibile alla rappresentazione della resilienza e della speranza. Attraverso il racconto di Samia, il pubblico è invitato a riflettere sulla libertà, sull’appartenenza e sulla solidarietà universale che accomuna tutti gli esseri umani.Il tema dei migranti diventa centrale nelle Vie dell’Amicizia promosse dal Ravenna Festival quest’anno, evidenziando il potere trasformativo della cultura e dell’arte nella denuncia delle ingiustizie sociali. Il sostegno dell’UNHCR e del CONI conferma l’importanza sociale ed educativa dello spettacolo.Con un cast eclettico guidato da Giorgia Massaro nei panni di Samia e Jonis Bascir nel ruolo del padre Aabe, lo spettacolo promette emozioni intense supportate da scenografie suggestive e luci evocative. L’impegno artistico collettivo si traduce in un omaggio alla forza dell’animo umano di fronte alle sfide più grandi.In sintesi, “Non dirmi che hai paura” rappresenta non solo una testimonianza teatrale avvincente ma anche un messaggio di speranza e solidarietà destinato a toccare i cuori degli spettatori pronti ad immergersi in una storia straordinaria di coraggio e determinazione.

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