Emergono nuovi dettagli sulla vicenda legata al delitto dell’ingegnere Angelo Tumino avvenuto nel lontano 1972, che gettano un’ombra inquietante sul presunto coinvolgimento del boss mafioso vittoriese Salvatore Sanzone. La morte di Tumino, avvenuta in un contesto di mafia e neofascismo, era oggetto delle indagini del giornalista Giovanni Spampinato de L’Ora, il quale a sua volta fu assassinato il 27 ottobre dello stesso anno dal figlio dell’allora Presidente del Tribunale di Ragusa.Le intricanti connessioni tra criminalità organizzata e politica emergono con sempre maggiore chiarezza, rivelando scenari oscuri e pericolosi che si intrecciano nei meandri della società siciliana dell’epoca. Il ruolo di Sanzone, figura di spicco nell’ambiente criminale locale, sembra essere al centro di una rete di interessi illeciti e manovre sotterranee che hanno condotto alla tragica fine dell’ingegnere Tumino e successivamente del giornalista Spampinato.La figura del boss vittoriese emerge come un oscuro manipolatore dei destini altrui, capace di tessere trame intricate e di agire nell’ombra per proteggere i propri interessi a discapito della vita umana. Le indagini su questo caso continuano a suscitare interesse e curiosità, poiché rivelano la complessità delle relazioni tra poteri criminali e istituzionali che caratterizzavano quel periodo storico.Il ricordo di Angelo Tumino e Giovanni Spampinato resta vivo nella memoria collettiva come simbolo della lotta contro l’illegalità e l’abuso di potere. Le loro morti non sono state vane, ma hanno contribuito a mettere in luce le zone d’ombra della società siciliana dell’epoca e a stimolare la ricerca della verità e della giustizia.
Ombre mafiose e politiche: il caso Tumino-Sanzone nella Sicilia degli anni ’70.
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