Nel cuore di Milano, la città che batte al ritmo di passioni calcistiche profonde e spesso torbide, si è consumato un episodio che ha gettato ombre oscure sul mondo degli ultrà. Di fronte al giudice Domenico Santoro e ai pubblici ministeri, i primi ultrà milanisti ed interisti interrogati nel carcere di San Vittore hanno scelto il silenzio come loro unica difesa. Un’atmosfera carica di tensione avvolgeva il tribunale, mentre nomi come Francesco Lucci, Riccardo Bonissi e Luciano Romano tra i capi della curva Sud milanista venivano coinvolti nelle accuse di appartenenza a un’associazione per delinquere legata alla curva rossonera.Ma non solo: anche dal versante nerazzurro emergono oscuri intrecci, con Andrea Beretta ex capo della curva Nord interista coinvolto in vicende criminali che lo hanno portato in carcere per l’omicidio di Antonio Bellocco, esponente della ‘ndrangheta. Le trame intricate del mondo ultras si intrecciano con la criminalità organizzata, evidenziando una realtà cruda e spietata che si nasconde dietro le coreografie delle curve dei due club più celebri della città.Mentre le indagini proseguono e gli interrogatori si susseguono senza tregua, il muro compatto del silenzio eretto dagli ultrà detenuti sembra infrangibile. Il rifiuto categorico di rispondere alle domande dei magistrati svela una chiusura totale nei confronti della giustizia ordinaria, alimentando il mistero su ciò che realmente accade dietro le quinte degli stadi e delle barriere invisibili che separano il tifo appassionato dalla criminalità organizzata. La partita tra legalità e illegalità si gioca sul campo minato delle testimonianze reticenti e dei segreti ben custoditi dai protagonisti di questo dramma urbano che mette a nudo le ombre nascoste del calcio italiano.
Ombre oscure sul mondo degli ultrà: il silenzio dei capi delle curve milaniste e interiste di fronte alla giustizia. Trame intricate tra tifo appassionato e criminalità organizzata.
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