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Metapontino: Protocollo per un Turismo più Forte e Sostenibile

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L’incontro a Policoro, cuore pulsante del Metapontino, ha segnato un passo significativo per il futuro turistico della Basilicata.
La Direttrice Generale dell’Agenzia di Promozione Turistica Regionale, Margherita Sarli, ha formalizzato con i sindaci di Policoro, Bernalda, Nova Siri, Scanzano Jonico, Rotondella e Pisticci l’avvio di un protocollo d’intesa che ambisce a ridefinire l’identità e la strategia di sviluppo del territorio costiero.

Le discussioni, già maturate durante l’importante appuntamento del Ttg di Rimini, hanno confermato la volontà di creare un’offerta turistica coesa, superando le tradizionali frammentazioni amministrative e valorizzando il potenziale sinergico dei comuni coinvolti.

Non si tratta semplicemente di aggregare proposte, bensì di costruire un brand territoriale forte, capace di comunicare l’unicità del Metapontino a un pubblico più ampio e diversificato.
I dati preliminari del 2024, con un incremento di quasi il 4% rispetto all’anno precedente e un totale di oltre un milione e trecentomila visitatori, testimoniano una traiettoria di crescita positiva.

Tuttavia, Sarli ha sottolineato la necessità di una riflessione più profonda.
La provenienza prevalentemente italiana del flusso turistico, pur rappresentando una solida base, non deve limitare l’ambizione di una crescita più qualificata e sostenibile.

L’obiettivo del protocollo d’intesa non è solo incrementare i numeri, ma trasformare la qualità dell’esperienza turistica offerta.
Ciò implica un investimento strategico in infrastrutture, servizi e, soprattutto, nella promozione di un’offerta culturale e naturalistica distintiva.

Il Metapontino, con la sua storia millenaria, i suoi paesaggi marittimi e collinari, le sue tradizioni enogastronomiche, possiede un patrimonio inestimabile da valorizzare con lungimiranza.
Il protocollo si pone come strumento concreto per favorire la cooperazione tra i comuni, promuovendo il cofinanziamento di progetti e iniziative condivise.

L’auspicio è quello di superare le barriere burocratiche e le limitazioni finanziarie che spesso ostacolano lo sviluppo turistico, creando un sistema virtuoso in grado di garantire un futuro prospero per il territorio.
Si guarda, con decisione, all’orizzonte del 2026, con l’intento di presentare un Metapontino competitivo e attrattivo a livello europeo e internazionale, capace di intercettare nuovi segmenti di mercato e di costruire un’immagine turistica innovativa e sostenibile.

La sfida è quella di trasformare un potenziale in realtà, un sogno in un’opportunità concreta di sviluppo economico e sociale per l’intera regione.

ISS in Piemonte: un’esperienza di eccellenza tra cura e comunità.

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Il cuore pulsante della sanità italiana, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), ha recentemente concentrato la sua attenzione sul territorio piemontese, specificamente presso l’Ospedale Michele e Pietro Ferrero di Verduno, ospite della Fondazione Ospedale Alba-Bra e dell’Asl Cn2.

Questa visita, prima tappa di un itinerario strategico volto a consolidare il legame tra l’ISS e le comunità locali, ha rappresentato un’occasione preziosa per una riflessione condivisa sul futuro della medicina e dell’assistenza sanitaria.

Il contesto scelto, l’ospedale di Verduno, non è stato selezionato a caso.

Simbolo di eccellenza e di innovazione nel panorama ospedaliero regionale, l’ente si distingue per la sua capacità di integrare ricerca, cura e umanizzazione, incarnando valori fondamentali per la missione dell’ISS.

Come sottolineato dal prof.

Rocco Bellantone, presidente dell’ISS, l’esperienza vissuta ha lasciato un segno profondo: la passione, la dedizione e la disponibilità dei professionisti incontrati hanno generato un livello di coesione, integrazione ed efficienza organizzativa raro e ammirabile.

La giornata dedicata ha compreso una ricognizione approfondita delle attività ospedaliere, focalizzandosi in particolare su iniziative volte a migliorare l’esperienza del paziente e a promuovere un ambiente terapeutico più accogliente.

Tre progetti emblematici hanno rappresentato un punto culminante di questa visita.

La mostra fotografica “Guardare”, curata dal fotografo-giornalista albese Beppe Malò, esposta al quarto piano, ha offerto una prospettiva inedita sul mondo della cura, invitando a riflettere sulla fragilità umana e sulla forza dello spirito.
La mostra “I colori del mondo,” realizzata dal Gruppo Fotografico Albese e inaugurata nel reparto di Neurologia, ha portato un tocco di bellezza e di speranza, testimoniando la capacità dell’arte di superare le barriere e di connettere le persone.

Infine, la presentazione degli ambulatori di libera professione, resa possibile grazie al generoso contributo di Daniela Borro e Mario Barbero, ha evidenziato l’importanza del coinvolgimento della comunità locale nel sostenere e migliorare i servizi sanitari.
Questa visita rappresenta un passo significativo verso una visione più collaborativa e partecipata della sanità italiana, in cui l’esperienza e la competenza dell’ISS si integrano con l’impegno e la sensibilità del territorio, al fine di garantire un’assistenza sempre più efficace, umana e orientata al benessere del cittadino.

La Fondazione Ospedale Alba-Bra si conferma, in questo contesto, un punto di riferimento cruciale per l’innovazione e l’eccellenza nel settore sanitario regionale.

In Italia 300mila infortuni sportivi e 15mila ricoveri ogni anno, la testimonianza di tre grandi campioni

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(Adnkronos) – Ogni anno in Italia si registrano 300.000 infortuni sportivi e oltre 15.000 ricoveri. Le nuove frontiere della prevenzione sportiva sono state al centro del congresso 'Traumatologia dello Sport – Medici, Atleti e Riabilitatori a confronto' promosso dall'Università UniCamillus a Roma. L’evento ha rappresentato un’occasione unica per mettere a confronto medici, fisioterapisti e atleti di fama internazionale sulle più recenti novità in ambito di traumatologia sportiva. "Gli infortuni sportivi costituiscono un fenomeno diffuso e con impatti significativi su atleti di ogni livello. Studi epidemiologici – ricorda l'ateneo – evidenziano come quasi 4 atleti su 10 riportino almeno un infortunio in un anno, con distorsioni di caviglia e tensioni muscolari che colpiscono ginocchio e spalla. Questi incidenti hanno effetti diretti sulla salute, sulle performance e generano costi economici rilevanti, limitando la partecipazione sportiva se non affrontati con strategie di prevenzione e terapia basate su evidenze scientifiche". "In Italia si registrano circa 300.000 infortuni sportivi l’anno, con 15.000 ricoveri, soprattutto nei settori giovanili – illustra Matteo Guzzini, docente di Malattie dell’Apparato Locomotore presso l’Università UniCamillus e Presidente del Congresso – Creare una cultura multidisciplinare con staff medico, fisioterapico e tecnico permette di prevenire e curare meglio i traumi, riducendo gli infortuni e favorendo un rapido ritorno in campo, sempre in sicurezza".  Sul palco tre testimonianze di grande forza mediatica: Martin Castrogiovanni, icona del rugby internazionale; Caterina Banti, oro olimpico nella vela (Tokyo e Parigi 2024); Gloria Peritore, campionessa mondiale di kickboxing ed europea di pugilato. "Gli obiettivi di questo evento sono aggiornare sullo stato dell’arte nel trattamento delle principali patologie della Traumatologia dello Sport, dalle lesioni muscolari al ginocchio, alla mano, al polso, fino a gomito, spalla e caviglia, mettendo a confronto esperti, fisioterapisti e atleti campioni per fornire un punto di vista a 360 gradi centrato sulla salute dell’atleta – continua Guzzini – Le procedure innovative spaziano dalla tecnica 'repair' per il legamento crociato anteriore alla medicina rigenerativa e alle metodiche microchirurgiche e mini-invasive". Gli incidenti sono temuti da ogni atleta, agonista e non, perché potrebbero segnare la fine della carriera. Per questo la prevenzione diventa di fondamentale importanza: un atleta spinge il suo corpo verso nuovi limiti, per questo non può scongiurare gli infortuni, ma può gestirli. Questo significa un lavoro costante di calcolo del rischio. "Nella mia carriera ho affrontato infortuni importanti, e mi hanno insegnato che la prevenzione non è un dettaglio, ma un vero e proprio metodo di lavoro: controlli periodici, forza specifica, gestione intelligente dei carichi e recupero serio – spiega Martin Castrogiovanni, ex pilone della Nazionale di Rugby – È questo approccio che riduce davvero il rischio, ti mantiene performante e ti permette di tornare in campo meglio di prima". Una prevenzione gestita, curata, calcolata: una prevenzione che è diventata la nuova vera frontiera della scienza dello sport. Secondo Martin Castrogiovanni, si è passati "dal curare al prevenire. Oggi gli atleti lavorano con dati, screening periodici e gestione dei carichi, curando recupero, nutrizione e sonno. La medicina sportiva è continua, personalizzata e integrata con la performance". Per ribadire l’importanza della prevenzione, oltre che della cura, è necessario un costante dialogo tra atleti e professionisti medico-sanitari del settore. «Eventi come questo congresso permettono di condividere conoscenze scientifiche di alto livello e di favorire un dialogo interdisciplinare tra medici, fisioterapisti e atleti, con l'obiettivo di migliorare la diagnosi, il trattamento e il percorso di ritorno all’attività sportiva in piena sicurezza – conclude Gianni Profita, rettore UniCamillus – È attraverso il confronto delle migliori esperienze cliniche e scientifiche che possiamo fare un concreto passo avanti nella tutela della salute nello sport".  
—salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Sclerosi multipla, neurologa Cocco: “Cure a casa scelte per libertà e autonomia”

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(Adnkronos) – Generalmente "chi inizia una terapia domiciliare difficilmente torna indietro. Certo, alcune persone si sentono più sicure in ospedale, ma la maggior parte privilegia ciò che offre più libertà. L'autonomia non è un dettaglio: significa riacquistare controllo su di sé e sulla malattia". Se infatti "la diagnosi di sclerosi multipla crea una 'rottura biografica', la terapia a casa aiuta a ricostruire la quotidianità senza stravolgimenti". Così Eleonora Cocco, professoressa ordinaria di Neurologia all'università di Cagliari e responsabile del Centro sclerosi multipla dell'Asl del capoluogo sardo, in un articolo pubblicato nel sito livinglikeyou.com/it, spiega che per questi pazienti, spesso giovani, il non doversi recare in ospedale "consente di organizzare la giornata", gestire il proprio tempo, ed evita di "ricordarsi continuamente di essere malati".  La diagnosi di sclerosi multipla arriva spesso in giovane età, "fra i 20 e i 40 anni, una fase in cui ci si sta costruendo il futuro nello studio, nel lavoro e nelle scelte di vita". Avere terapie "solide, efficaci e somministrabili a casa – sottolinea l'esperta – rappresenta per queste persone un vantaggio importante: permette di gestire meglio i tempi e ritrovare quella normalità che la diagnosi spesso fa saltare". Oggi "viviamo un cambio di passo cruciale" nella gestione della malattia. "Disponiamo di terapie a media e ad alta efficacia con un profilo di tollerabilità migliore rispetto al passato. E' un'evoluzione che inaugura una nuova fase". Con i trattamenti somministrabili a casa, "la persona con Sm torna davvero al centro". Anche le evidenze scientifiche "mostrano chiaramente che le terapie domiciliari possono modificare la storia naturale della malattia – rimarca Cocco – prevenendo ricadute e disabilità a lungo termine e migliorando la qualità di vita". Per questo, "la terapia va vissuta come un investimento sul futuro". Non tutte le persone però sono candidabili alla somministrazione a casa. "Dipende dalla situazione clinica e da aspetti logistici – precisa la neurologa – Restano inoltre alcuni vincoli prescrittivi in attesa di rivalutazione da parte di Aifa", l'Agenzia italiana del farmaco, ma "già oggi disponiamo di diverse opzioni domiciliari".  Per intraprendere una terapia a casa, si legge nel sito, "serve motivazione e consapevolezza del significato della cura. Le terapie per la Sm hanno un valore preventivo e gli effetti non sono sempre immediati: è importante sapere che ciò che si fa oggi serve a stare meglio domani". Pesano poi aderenza e regolarità. "Chi preferisce un controllo più stretto può trovarsi meglio con la somministrazione in ospedale, dove l'appuntamento fisso aiuta a non saltare le dosi". Rimane comunque "una scelta condivisa: ogni decisione viene presa insieme alla persona, tenendo conto della clinica, dello stile di vita, della manualità e della destrezza". Un ulteriore elemento, osserva Cocco, è l'aspetto psicologico. "Rendersi autonomi significa gestire in prima persona la malattia. E' un passo verso l'empowerment, verso una maggiore autodeterminazione. Significa – conclude – vivere in modo più sereno e ricostruire la normalità che la diagnosi può aver incrinato". L'articolo completo è su https://www.livinglikeyou.com/it/vivere-con-sclerosi-multipla/indipendenza/sm-e-autonomia-intervista-alla-neurologa-cocco
 
—salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Padova: Inizia l’indagine per la possibile santità di don Nervo

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Il 16 ottobre si apre ufficialmente a Padova un percorso di profonda rilevanza per la comunità ecclesiale: l’indagine diocesana volta a riconoscere le virtù eroiche e la possibile santità di don Giovanni Nervo (1918-2013), figura chiave nella storia pastorale e sociale italiana.
L’avvio solenne, presieduto dal vescovo Claudio Cipolla, segna una tappa cruciale dopo un processo di valutazione che ha visto il favorevole parere della Conferenza episcopale Triveneta e l’approvazione del Dicastero per le Cause dei Santi.

L’editto promulgato dal vescovo Cipolla il 9 ottobre scorso ha formalmente annunciato alle parrocchie e ai fedeli l’intenzione di intraprendere questa complessa iter, affidando al diacono Francesco Armenti l’onere di postulazione, un ruolo delicato che richiede rigorosa scrupolosità e profonda conoscenza delle procedure canoniche.

L’atto, lungi dall’essere una mera formalità amministrativa, rappresenta un invito all’intera comunità a partecipare attivamente al discernimento della possibile santità di don Nervo.
L’inchiesta diocesana non è un giudizio sommario, ma un’indagine approfondita volta a raccogliere testimonianze, scritti e documenti che possano illuminare la vita, le opere e il messaggio di don Nervo.
Si invita quindi chiunque possieda informazioni, ricordi, lettere, appunti o qualsiasi altro materiale pertinente alla sua figura, a contattare il Tribunale diocesano di Padova, contribuendo così a ricostruire un quadro completo della sua esistenza.

Questo invito alla partecipazione attiva riflette la concezione della Chiesa come comunità di credenti chiamata a riconoscere e testimoniare i segni della grazia divina nella vita di coloro che l’hanno preceduta.
La sessione inaugurale, preparata dal responsabile dell’Ufficio diocesano per le Cause dei santi, mons.
Tiziano Vanzetto, sarà caratterizzata da un momento di preghiera e da una riflessione del vescovo Cipolla.

Seguiranno gli interventi del postulatore e di don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, che delineeranno il profilo di don Nervo, mettendo in luce il suo impegno sociale, la sua visione pastorale innovativa e la sua profonda spiritualità.
La nomina e il giuramento dei membri del tribunale, custodi della legalità e dell’imparzialità durante l’inchiesta, concluderanno la cerimonia, sancendo l’inizio formale del percorso.

Don Giovanni Nervo, figura precursore nell’attenzione alle fasce più vulnerabili della società, ha fondato Caritas Italiana e la Fondazione Emanuela Zancan, testimoniando un’incrollabile fede nella dignità di ogni persona.

L’apertura di questa causa di beatificazione e canonizzazione rappresenta non solo un riconoscimento del suo operato, ma anche un’opportunità per la Chiesa di riflettere sul suo esempio di carità, giustizia e servizio, valori imprescindibili per la costruzione di una società più giusta e fraterna.
L’inchiesta, quindi, si configura come un viaggio di fede e di speranza, un percorso di discernimento alla luce del Vangelo.

Riccardo Chailly torna sabato sul podio della Scala dopo il malore

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(Adnkronos) – Riccardo Chailly tornerà domani, sabato 13 dicembre, a dirigere Lady Macbeth, dopo il malore di mercoledì scorso. A darne notizia è la stessa Scala di Milano Una promessa mantenuta, visto che ieri sui social aveva scritto che "sarebbe tornato molto presto", dopo il ricovero al Centro cardiologico Monzino.   Il maestro Chailly è stato colto da un malore mercoledì sera, mentre dirigeva la seconda recita di 'Una lady Macbeth del distretto di Mcensk' al Teatro alla Scala. La rappresentazione era stata interrotta e il 72enne era stato portato con l'ambulanza per accertamenti al Monzino di Milano.  
—spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Pesaro ricorda Arnaldo Forlani: targa e sala consiliare

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Il Comune di Pesaro ha celebrato ufficialmente la memoria di Arnaldo Forlani, figura di spicco nella storia politica italiana, con una cerimonia solenne che ha visto l’istituzione di una targa commemorativa e la dedicazione di una sala consiliare a suo nome.
L’omaggio, reso in data odierna, intende perpetuare il ricordo del politico pesarese, scomparso il 6 luglio 2023, e sottolineare il suo contributo significativo al panorama politico nazionale.

La targa, collocata sulla facciata dell’abitazione natale di Forlani, situata in via Manzoni 12, rappresenta un punto di riferimento tangibile per la comunità, un luogo in cui rievocare le radici e il percorso umano e politico che lo hanno portato a ricoprire la carica di Presidente del Consiglio.

La scelta di via Manzoni, luogo simbolo della sua infanzia e formazione, sottolinea l’importanza delle origini nella costruzione dell’identità di un uomo politico.

La sala dedicata, allestita all’interno dell’ufficio della presidenza del Consiglio comunale, fungerà da spazio espositivo e commemorativo, destinato a raccogliere documenti, fotografie e testimonianze che ne illustrino la carriera politica e le iniziative intraprese.
Si tratta di un luogo destinato a diventare un centro di ricerca e approfondimento sulla figura di Forlani e sul suo impatto sulla storia politica italiana.
Alla cerimonia, oltre al sindaco di Pesaro, Andrea Biancani, e ai rappresentanti delle istituzioni locali, erano presenti membri della famiglia Forlani, testimoni diretti della sua vita e del suo operato, e l’onorevole Pier Ferdinando Casini, esponente di spicco del mondo politico italiano, che ha voluto rendere omaggio alla memoria del suo predecessore.
L’iniziativa del Comune di Pesaro va oltre la semplice commemorazione; si configura come un atto di riconoscimento del ruolo chiave che Arnaldo Forlani ha svolto nella Democrazia Cristiana e nella vita politica del Paese, un politico che ha saputo incarnare valori di moderazione, dialogo e ricerca del bene comune, elementi imprescindibili per la crescita democratica del nostro Paese.
La presenza di Casini, figura anch’essa legata alla tradizione democristiana, testimonia l’importanza di Forlani all’interno del suo partito e del panorama politico italiano.

L’eredità politica di Forlani, fatta di pragmatismo e capacità di mediazione, continua a rappresentare un modello di riferimento per le generazioni future.

Ascoli Piceno: Bando per Sostegno Economico Asili Nido e Famiglie

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Il Comune di Ascoli Piceno rafforza il suo impegno a sostegno della genitorialità e dello sviluppo infantile, implementando un’iniziativa di significativo impatto economico per le famiglie residenti.

Attraverso un apposito bando, sarà possibile richiedere contributi economici destinati a mitigare l’onere finanziario relativo alle rette di asili nido, centri per l’infanzia e sezioni primavera, sia strutture pubbliche che private autorizzate, per l’anno 2025.

Il termine ultimo per la presentazione delle domande è fissato per le ore 12:00 di venerdì 23 gennaio 2026.

L’accesso al beneficio è subordinato al possesso di un Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) non superiore a 40.000 euro e alla presenza di uno o più minori a carico, di età compresa tra i 3 e i 36 mesi, inclusi bambini accolti in adozione o in affidamento.

Questa misura si configura come parte integrante di un più ampio quadro di interventi volti a tutelare il benessere delle famiglie, riconosciute come pilastri fondamentali della comunità locale e motore di coesione sociale.
“Il sostegno alle famiglie non è un’opzione, ma un dovere civico,” dichiara il sindaco Marco Fioravanti, sottolineando come l’amministrazione comunale si impegni costantemente nell’ottimizzazione delle risorse disponibili per massimizzare l’impatto positivo sulla vita dei cittadini.
L’iniziativa si inserisce in una visione strategica che pone al centro la centralità della persona e la promozione di politiche inclusive.
Il vicesindaco Massimiliano Brugni, assessore comunale ai Servizi sociali, aggiunge: “Investire nell’infanzia significa investire nel futuro.
Offrire alle nostre bambine e ai nostri bambini ambienti sicuri, stimolanti e formativi, e al contempo agevolare i genitori nella gestione dei propri impegni lavorativi e personali, è un tassello fondamentale per costruire una società più equa e prospera.
” La misura mira a facilitare la conciliazione tra vita familiare e professionale, riconoscendo l’importanza di un equilibrio sostenibile per il benessere di tutti.

La presentazione delle domande avverrà esclusivamente in modalità telematica, tramite una piattaforma dedicata accessibile dal sito istituzionale del Comune di Ascoli Piceno.

Questa scelta operativa riflette l’impegno dell’amministrazione verso la digitalizzazione dei servizi pubblici, garantendo maggiore efficienza e trasparenza.
La procedura richiede l’identificazione digitale tramite SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) o, in alternativa, la registrazione di nuove credenziali d’accesso.
L’amministrazione comunale invita i cittadini interessati a consultare attentamente il bando integrale, disponibile online, per conoscere nel dettaglio i requisiti di ammissibilità, le modalità di compilazione della domanda e i criteri di valutazione.

È prevista attività di supporto e assistenza per i cittadini che necessitino di chiarimenti o supporto tecnico nella compilazione della domanda.

Ritorno alla luce: Macerata ritrova la sua Madonna con Bambino

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Il ritorno alla luce della *Madonna con Bambino e Santi*, maestosa tavola pittorica risalente al primo Rinascimento italiano e attribuita alla bottega di Giovanni di Corraduccio, segna un evento di profondo significato per Macerata e per l’intero panorama artistico marchigiano.
Danneggiata dal devastante sisma del 2016, l’opera è stata oggetto di un complesso e minuzioso intervento di restauro, culminato nel suo rientro a Palazzo Buonaccorsi, dove sarà presentata ufficialmente al pubblico il 17 dicembre.

Questa restituzione non è semplicemente il recupero di un bene culturale, ma un potente simbolo di resilienza e speranza per una comunità che ha subito ferite profonde.

Il sindaco Sandro Parcaroli, l’assessora alla Cultura Katiuscia Cassetta, il soprintendente Giovanni Issini e il direttore dell’Istituto Centrale per il Restauro, Luigi Oliva, saranno presenti alla cerimonia, aprendo una riflessione sul significato storico e culturale dell’iniziativa.

A seguire, Francesca Capanna, restauratrice conservatrice dell’ICR, e Pierluigi Moriconi, storico dell’arte, illustreranno il percorso di recupero, svelando le sfide tecniche e le scelte critiche che hanno guidato il lavoro.

Un lavoro che ha visto la partecipazione attiva di Teresa Mascolo, restauratrice coordinatrice, e del team di docenti e studenti della Scuola di Alta Formazione e Studio dell’ICR, affiancati dalla responsabile del Servizio Musei, Giuliana Pascucci.

L’intervento di restauro, finanziato con 3 milioni di euro dal Ministero della Cultura nell’ambito di un progetto più ampio dedicato alle opere mobili danneggiate dal sisma e conservate presso la Mole Vanvitelliana di Ancona, ha richiesto una ricostruzione puntuale delle lacune pittoriche, tenendo conto delle specifiche tecniche e dei materiali originari.
L’analisi approfondita ha permesso di confermare l’ipotesi che l’opera abbia avuto origine a Camerino, un dettaglio significativo evidenziato dalla presenza di San Venanzio, santo patrono della città universitaria.

La *Madonna con Bambino e Santi* non è solo un esempio di maestria artistica, ma anche una rara interpretazione della Consegna delle Chiavi a San Pietro ad opera del Bambino Gesù, un episodio biblico di notevole importanza teologica e iconografica.
La sua attribuzione a Giovanni di Corraduccio, un artista attivo nel panorama artistico del Quattrocento marchigiano, ne accresce ulteriormente il valore storico e artistico.
La presentazione pubblica rappresenta un’occasione unica per approfondire la complessità del processo di conservazione e valorizzazione, e per celebrare la collaborazione sinergica tra istituzioni, esperti e giovani talenti impegnati nella salvaguardia del patrimonio artistico italiano.
Un patrimonio che, attraverso il restauro, risorge a testimonianza della capacità di una comunità di superare le avversità e di guardare al futuro con fiducia.

Il rientro di questa opera iconica rappresenta un tassello fondamentale nella ricostruzione non solo fisica, ma anche culturale e identitaria della città di Macerata.

Matera-Tétouan: Un Ponte Culturale nel Mediterraneo

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Matera e Tétouan, due città che si affacciano su un Mediterraneo condiviso, intensificano il loro legame, forgiato attorno alla visione di un futuro culturale ricco di scambi e dialogo.

L’imminente riconoscimento come Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo nel 2026 stimola un’azione strategica volta a tessere una fitta rete di relazioni cinematografiche, ampliando l’orizzonte del Matera Film Festival (MFF) e proiettandolo verso un ruolo di ponte culturale tra le sponde del Mare Nostrum.
L’edizione 2026 del MFF, al centro di questa ambiziosa progettazione, si preannuncia come un crocevia di prospettive e talenti, un vero e proprio laboratorio di idee capace di riflettere la complessità e la ricchezza del panorama cinematografico mediterraneo.

L’avvio di un protocollo d’intesa con il prestigioso Festival du Cinéma Méditerranéen de Tétouan segna una tappa fondamentale in questo percorso.

Questa collaborazione triennale non si limita a una semplice partnership, ma si configura come un vero e proprio progetto di cooperazione che comprende attività di promozione reciproca, scambi culturali mirati, l’ospitalità di delegazioni artistiche e autori emergenti, e una programmazione condivisa di proiezioni cinematografiche.

Questo accordo costituisce il nucleo del programma speciale “MFF Focus Mediterraneo 2026,” un’iniziativa che ha già delineato i suoi contorni nell’edizione precedente del festival, ponendo le basi per una programmazione più ampia e inclusiva.

Si tratta di un impegno a valorizzare non solo il cinema, ma anche le storie, le identità e le esperienze che si celano dietro la macchina da presa, contribuendo a diffondere la conoscenza delle cinematografie che spesso faticano a emergere nel contesto globale.

Parallelamente a questo accordo, il MFF sta attivamente perseguendo ulteriori ampliamenti della sua rete internazionale.
Le trattative con il Balkan Film Market, un punto di riferimento cruciale per il cinema e la cultura dell’area balcanica, sono giunte a una fase avanzata.
L’obiettivo è quello di creare sinergie con un territorio ricco di storia millenaria, caratterizzato da una straordinaria diversità culturale e da tradizioni cinematografiche uniche, spesso testimoni di un passato complesso e di un presente in continua evoluzione.
Gli organizzatori del MFF sottolineano come queste iniziative, lungimiranti e integrate, siano motivate dal desiderio di costruire un solido ponte culturale tra Matera e l’intero bacino del Mediterraneo.

Matera, con la sua storia millenaria, il suo patrimonio artistico e architettonico unico al mondo, e la sua tradizione di accoglienza e dialogo, si conferma un punto di riferimento imprescindibile per il cinema d’autore e per l’innovazione artistica.

La città si proietta verso il 2026 come un palcoscenico privilegiato per il cinema europeo e mediterraneo, un luogo di incontro e di scambio che contribuirà a rafforzare il dialogo interculturale e a promuovere la comprensione reciproca.

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