venerdì, 23 Maggio 2025
Palermo CronacaMura Spezzate: Svolta nell'inchiesta sulla corruzione nel carcere

Mura Spezzate: Svolta nell’inchiesta sulla corruzione nel carcere

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23 maggio 2025 – 11:12

Un’operazione congiunta, orchestrata dai Carabinieri del comando provinciale di Palermo e dalla Polizia Penitenziaria di Palermo e Padova, ha portato all’esecuzione di dodici misure cautelari, con un impatto significativo sulla sicurezza e l’integrità del sistema carcerario. Le accuse, che gravano su individui già ristretti in detenzione e su altri in libertà, spaziano dalla corruzione alla formazione di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di stupefacenti e al loro spaccio, con l’aggravante dell’accesso abusivo a dispositivi di comunicazione all’interno del carcere.L’indagine, condotta dalla Distaccatura Antimafia (DDA) di Palermo, ha svelato un intricato sistema di infiltrazione e favoreggiamento che ha compromesso il regolare funzionamento del penitenziario di Pagliarelli. L’inchiesta, durata diversi mesi, ha ricostruito un’organizzazione radicata che gestiva la contraffazione e l’introduzione di telefonini, elemento cruciale per la perpetrazione di attività criminali all’esterno delle mura carcerarie e per il coordinamento di traffici illeciti.L’aspetto più allarmante emerso dall’indagine è la complicità di agenti penitenziari, compromessi dalla corruzione e disposti a violare il loro giuramento in cambio di denaro o altri benefici. Questi agenti, agendo come veri e propri anelli di congiunzione tra il mondo esterno e i detenuti, hanno facilitato l’ingresso di sostanze stupefacenti, armi e dispositivi di comunicazione, minando la sicurezza dell’istituto e rappresentando una seria minaccia per l’ordine pubblico.L’operazione, definita “Mura Spezzate”, non si limita a neutralizzare una singola rete criminale, ma mira a ripulire e riqualificare l’intero sistema penitenziario, individuando le vulnerabilità e implementando misure di controllo più stringenti. Si tratta di un intervento a 360 gradi che coinvolge una revisione dei protocolli di sicurezza, un rafforzamento dei controlli a tappeto e una maggiore attenzione alla formazione e alla selezione del personale.L’inchiesta ha evidenziato come la corruzione possa erodere la fiducia nel sistema giudiziario e mettere a rischio la sicurezza della collettività. Le indagini in corso mirano ora a ricostruire l’intera filiera di approvvigionamento, individuando i fornitori di stupefacenti e telefoni cellulari, nonché i destinatari dei traffici illeciti. Il caso solleva interrogativi profondi sulla necessità di rafforzare i meccanismi di controllo e di prevenzione della corruzione all’interno delle istituzioni penitenziarie, per garantire la legalità e la sicurezza all’interno e all’esterno delle carceri. L’operazione rappresenta un segnale forte nella lotta contro la criminalità organizzata e un monito per coloro che, a vario titolo, cercano di sfruttare il sistema penitenziario per fini illeciti.

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