20 aprile 2024 – 10:59
L’udienza preliminare si è svolta a porte chiuse in Corte d’Assise a Palermo per i sei maggiorenni accusati di aver stuprato una giovane di 19 anni lo scorso 7 luglio in un cantiere abbandonato nel cuore della movida palermitana. I difensori hanno presentato due video a supporto della loro linea difensiva, sostenendo che la vittima non sia stata violentata come da lei denunciato. Secondo la difesa, i video dimostrano che la ragazza non era vittima di violenza sessuale e addirittura li avrebbe invitati a guardare scene intime sul suo telefono. Tuttavia, l’avvocato della giovane ha respinto queste argomentazioni definendole una strategia comune nelle difese dei casi di stupro.La controversia tra le parti riguarda principalmente l’interpretazione dei video acquisiti: uno mostra la vittima che offre da bere ai giovani e poi mostra scene intime sul suo telefono, mentre l’altro mostra il gruppo diretto verso il luogo del presunto stupro senza che la ragazza sembri chiedere aiuto o essere impaurita. Gli avvocati degli imputati hanno annunciato di voler richiedere un giudizio abbreviato condizionato a un nuovo esame della vittima alla luce delle nuove prove raccolte.Dall’altra parte, l’avvocato della giovane ha espresso ferma opposizione a un nuovo esame, sottolineando il trauma che ciò potrebbe causare alla vittima. Se la richiesta non verrà accolta, gli imputati dovranno decidere se optare per un processo abbreviato o ordinario. La vicenda si complica ulteriormente con il coinvolgimento di un settimo giovane minorenne al momento dei fatti, già condannato in precedenza.Il caso continua ad essere oggetto di dibattito e tensione tra le parti coinvolte, con posizioni contrastanti sulla verità dei fatti e sulle modalità processuali da seguire. La decisione finale spetterà al tribunale dopo una valutazione attenta delle prove e delle testimonianze presentate durante l’udienza preliminare a porte chiuse.