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Il Tribunale di Palermo scende con misure cautelari nei confronti della famiglia mafiosa di Partanna

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07 maggio 2025 – 11:03

I carabinieri di Trapani hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal tribunale di Palermo nei confronti di cinque persone, tra cui Giovanni Luppino, l’autista di Matteo Messina Denaro, arrestato con il boss nel gennaio 2023 per un tentativo di estorsione ai danni di un imprenditore del settore oleario.L’indagine dei militari del nucleo investigativo del comando provinciale, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo e supportata dall’esecuzione delle ordinanze dello squadrone eliportato Cacciatori di Sicilia, ha permesso di acquisire gravi indizi sulla convergenza di interessi illeciti tra esponenti della famiglia mafiosa di Partanna (mandamento di Castelvetrano) e imprenditori operanti nel settore edile e oleario.La cosca avrebbe turbato la procedura di un concorso indetto dal Tribunale di Sciacca per l’acquisizione di un capannone industriale, condizionando l’aggiudicazione degli appalti pubblici in favore degli stessi indagati e di altre persone contigue alla mafia. Inoltre, avrebbe fatto assumere familiari in imprese olivicole locali ricorrendo a forme di intimidazione nei confronti dei legali rappresentanti.Le attività illecite della cosca si sarebbero estese anche alle controversie tra privati, con l’impiego di intimidazioni e minacce per risolvere le questioni. L’indagine ha rivelato una profonda infiltrazione della mafia nella vita economica locale, mettendo in luce la necessità di un intervento efficace per debellare queste attività illecite e garantire la sicurezza dei cittadini.Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa, porto abusivo di armi, tentata estorsione e favoreggiamento personale. La misura cautelare emessa dal tribunale di Palermo stabilisce che tre delle persone siano condotte in carcere, mentre le altre due saranno soggette all’obbligo di dimora con la prescrizione di presentazione alla polizia giudiziaria.L’esecuzione della misura cautelare è stata possibile grazie al lavoro coordinato tra i carabinieri e le altre forze dell’ordine coinvolte, dimostrando l’impegno nella lotta contro le organizzazioni criminali.

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