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Indagini su presunte complicità mafiose: il generale Mori difende la propria reputazione con determinazione

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21 maggio 2024 – 13:59

Il generale dei Carabinieri Mario Mori, ex comandante del Ros, si trova al centro di un’indagine a Firenze riguardante presunte complicità esterne nelle stragi mafiose del 1993. A rendere pubblica la notizia è stato lo stesso Mori: “Nel giorno del mio 85esimo compleanno ho ricevuto un avviso di garanzia dalla Procura di Firenze con l’invito a comparire come indagato per i reati di strage, associazione mafiosa, associazione con finalità terroristiche internazionali ed eversione dell’ordine democratico”. L’inchiesta condotta dai procuratori aggiunti Luca Turco e Luca Tescaroli mira a individuare i presunti ispiratori politici delle bombe esplose a Firenze, Roma e Milano. Mori è stato assolto anche dalla Cassazione ma viene contestato dalle autorità giudiziarie per non aver impedito gli attentati nonostante ne avesse conoscenza. Il generale si difende parlando di una lunga persecuzione giudiziaria che lo ha visto coinvolto in tre processi dai quali è sempre uscito assolto. Nonostante le decisioni della Cassazione a suo favore, Mori denuncia un continuo attacco da parte degli inquirenti che sembrano non accettare le sentenze favorevoli emesse.Le accuse contro di lui vengono definite surreali e ridicole da Mori stesso, il quale si sente vittima di una campagna diffamatoria finalizzata a farlo morire sotto processo. Il generale ricorda con amarezza il lungo processo a Palermo durato 11 anni nel quale veniva accusato di aver trattato con la mafia per fermare le stragi. Nonostante la condanna in primo grado poi ribaltata in appello e in Cassazione, Mori continua ad essere oggetto di attacchi mediatici e giudiziari che minano la sua reputazione.In questo intricato scenario legale e mediatico, il generale Mori affronta una battaglia per difendere la propria onorabilità e dimostrare la sua estraneità alle accuse mossegli. La lotta contro le insinuazioni e le calunnie sembra essere diventata una costante nella vita dell’ex comandante del Ros, il quale spera di poter trascorrere il tempo che gli rimane in tranquillità senza dover affrontare nuove accuse infondate.

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