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venerdì, 9 Maggio 2025
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Migranti, il progetto Tecno Migrati cambia le carte sulla gestione delle ondate umane in Medio Oriente.

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08 maggio 2025 – 12:40

La crisi migratoria nel Mediterraneo rappresenta una delle più grandi sfide globali della nostra epoca. La continua ricerca di soluzioni concrete per gestire questo fenomeno ha portato a numerose iniziative innovative e progetti visionari. Tra questi, emerge un’iniziativa particolarmente interessante promossa da Gabriele De Simone, un architetto palermitano esperto di cooperazione internazionale. De Simone è alla guida di un team composto da tre società di consulenza in diverse regioni europee: una a Bruxelles, una in Spagna e una in Grecia. Il loro obiettivo è sviluppare un progetto di cooperazione mediterranea finalizzato alla gestione e mitigazione dell’immigrazione irregolare.Il progetto punta a fornire formazione tecnica professionale ai migranti irregolari attraverso centri di formazione localizzati nelle università o scuole superiori aderenti. Questo processo è guidato da un attento rispetto dei diritti umani e dalla armonizzazione delle azioni nei paesi membri dell’Unione Europea.Secondo le statistiche, circa il 6% dei migranti sono giovani studenti con età compresa tra i 15 ed i 24 anni. Il progetto intende quindi fornire una prospettiva innovativa offrendo corsi di formazione tecnica basati sul profilo attitudinale del migrante irregolare.Una delle proposte chiave è quella di offrire al soggetto formato il ritorno nel paese d’origine, con l’intento di realizzare le condizioni infrastrutturali simili a quelle dove il migrante è stato formato e fornire una occupazione lavorativa analoga, sfruttando al meglio il bagaglio culturale e le esperienze tecniche acquisite in Europa.Gli obiettivi principali del progetto includono la gestione della crisi migratoria attraverso la formazione di un numero definito di migranti irregolari, il recupero dei migranti che hanno seguito un corso di formazione in Europa e la creazione delle infrastrutture tecniche nel paese d’origine per poter svolgere sul posto quanto appreso in Europa.Il fine è quello di recuperare i soggetti in questione e metterli nelle condizioni di acquisire nozioni utili nel loro paese, ad esempio sulla riduzione della contaminazione del suolo, garantendo la qualità delle acque o dell’aria. I soggetti così, una volta completato il percorso di formazione, diventeranno specialisti nei vari settori e potranno a loro volta formare altre persone negli stessi paesi d’origine.Questa iniziativa rappresenta un modo concreto per aiutarli a tornare a casa loro e sostenere lo sviluppo dei loro Paesi.

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