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lunedì 10 Novembre 2025

 ——. ., per.

La comunità marittima di Sciacca, cuore pulsante della seconda flotta peschereccia siciliana dopo Mazara del Vallo, si è riunita in un’assemblea comunale per affrontare una crisi che ne minaccia l’esistenza.
L’incontro, a cui hanno partecipato rappresentanti dell’amministrazione locale, del consiglio comunale e i deputati regionali Michele Catanzaro (Pd) e Carmelo Pace (Dc), ha espresso la crescente preoccupazione per la drammatica riduzione delle risorse ittiche nel Canale di Sicilia, un’emergenza che impatta direttamente sull’economia e sulla sussistenza di un intero territorio.

La flotta saccense, composta da circa cento imbarcazioni, prevalentemente dedite alla pesca a strascico, rappresenta un motore economico fondamentale per la città.
Oltre mille persone, tra lavoratori diretti e indotto, dipendono da questa attività, generando un contributo stimato di venti milioni di euro al Prodotto Interno Lordo cittadino.
La scomparsa di specie chiave, come il rinomato gambero rosa, simbolo della tradizione gastronomica locale, è un segnale allarmante che non può essere ignorato.

La situazione è aggravata dalla persistenza di aree marine interdette alla pesca, imposte dall’Unione Europea con l’obiettivo di favorire il ripopolamento ittico.

Un provvedimento che, paradossalmente, si rivela inefficace a causa della continua pressione esercitata dalla pesca illegale proveniente dalle coste nordafricane, che non rispetta le restrizioni e depreda le risorse marine.
L’assemblea si è espressa a favore di un rinvio della protesta prevista a Palermo, in attesa di un confronto costruttivo con l’assessore regionale all’Agricoltura e alla Pesca, Luca Sammartino.

La speranza è quella di ottenere un sostegno concreto da parte delle istituzioni, attraverso misure di risarcimento e politiche di gestione sostenibile delle risorse.

L’europarlamentare Giuseppe Lupo, membro della commissione Pesca, ha sottolineato come il Consiglio Europeo abbia accolto la richiesta del Parlamento Europeo per rafforzare le normative volte a contrastare la pesca non sostenibile da parte di paesi terzi.

La soluzione, secondo Lupo, risiede nella promozione della cooperazione internazionale e nell’adozione di regole comuni che garantiscano la salvaguardia delle risorse ittiche.

Attualmente, la pesca a Sciacca è sospesa a causa del fermo biologico, una misura temporanea che, tuttavia, si rivela insufficiente a ristabilire l’equilibrio degli ecosistemi marini.

I pescatori saccensi sollecitano quindi un’analisi più approfondita della situazione e l’implementazione di interventi mirati che vadano oltre la semplice sospensione temporanea dell’attività, privilegiando un approccio olistico che consideri le cause profonde della crisi e promuova la resilienza della comunità marittima.
La sfida è quella di conciliare la necessità di preservare le risorse naturali con la tutela del lavoro e della tradizione di una comunità che vive del mare.

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