La viabilità sull’A19, l’arteria autostradale che collega Palermo a Catania, è al collasso, generando disagi incalcolabili per residenti, pendolari e turisti. Due cantieri, uno sul viadotto Perriera e un altro nei pressi di Bagheria, hanno trasformato un percorso cruciale dell’isola in un labirinto di code che si estendono per oltre quindici chilometri, con tempi di percorrenza drasticamente prolungati: poche decine di chilometri percorsi in più di due ore, un’agonia amplificata da una giornata di festa destinata al relax e al divertimento.La complessità della situazione non si limita alla mera presenza di lavori in corso. Il cantiere sul viadotto Perriera, formalmente consegnato a settembre 2024, con la previsione di completamento degli interventi sulle barriere di sicurezza fissata a marzo 2026, rappresenta un’emergenza cronica che incide pesantemente sulla qualità della vita e sull’economia locale. A ciò si aggiunge l’impatto cumulativo di altre opere in corso d’opera su infrastrutture parallele: la statale 113 e la strada dei Valloni, che collegano Altavilla Milicia, Casteldaccia e Bagheria, risultano anch’esse soggette a lavori, precludendo la possibilità di percorsi alternativi e rendendo la situazione ancora più critica.La reazione dei sindaci di Casteldaccia, Altavilla Milicia e Bagheria – Giovanni Di Giacinto, Pino Virga e Filippo Tripoli – è stata immediata e decisa. Hanno indirizzato una formale comunicazione al Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, al Prefetto di Palermo, Massimo Mariani, e al vertice di Anas, sollecitando interventi urgenti e mirati per alleviare il peso di questa crisi viaria. La denuncia dei primi cittadini non è solo una lamentela, ma un appello a una gestione più efficiente e coordinata di un’infrastruttura vitale per la Sicilia.La critica dei sindaci è ancora più incisiva quando sottolineano la percezione di una pianificazione carente e di una mancanza di trasparenza nella gestione dei lavori. L’impressione è che la situazione sia stata orchestrata per massimizzare i disservizi, un’accusa che evidenzia una profonda insoddisfazione nei confronti delle istituzioni responsabili.Con l’avvicinarsi del periodo estivo, le conseguenze di questa impasse viaria rischiano di compromettere il settore turistico e l’economia locale, già provate da anni di difficoltà. Il blocco della mobilità non solo penalizza i residenti, ma scoraggia i visitatori, con ripercussioni negative per l’intera regione.La gravità della situazione ha spinto anche il deputato M5S all’Assemblea Regionale Siciliana, Luigi Sunseri, a intervenire, rivolgendosi al Prefetto di Palermo per denunciare l’assenza di piani di mitigazione, la mancanza di percorsi alternativi e una gestione opaca dell’emergenza. Sunseri chiede un intervento immediato, attraverso la convocazione di una riunione urgente che coinvolga Anas, la Regione Siciliana e gli enti locali.È fondamentale ricordare che la rete autostradale A19, pur essendo gestita da Anas, è attualmente commissariata e rientra nelle competenze del Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, in qualità di commissario straordinario. Questa particolare condizione giuridica evidenzia la necessità di una leadership forte e di una visione strategica per affrontare la crisi e garantire la riqualificazione dell’infrastruttura, restituendo ai siciliani la possibilità di muoversi liberamente e in sicurezza. La questione A19 non è solo un problema di infrastrutture, ma un simbolo della necessità di un cambiamento di paradigma nella governance della Sicilia.
A19 al collasso: disagi, cantieri e appelli dai sindaci
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