Un gesto tangibile di umanità risuona all’interno del carcere di Castelvetrano: la Fraternità Betlemme di Èfrata ha donato un bancale di bottiglie d’acqua, un’azione concreta che si inscrive nel più ampio progetto nazionale “Sete di Dignità”, ideato e promosso dal cappellano don Vincenzo Aloisi. Questa iniziativa, densa di significato, trova la sua collocazione nell’anno giubilare, un periodo storico che trascende la mera dimensione religiosa per esortare a un’esperienza di fede vissuta in modo attivo e profondamente radicata nella cura del prossimo.Il Giubileo, come pontefice Francesco ci invita a comprendere, non è un mero evento, ma un’opportunità per manifestare la carità, pilastro fondamentale della fede cristiana, attraverso azioni concrete e mirate a colmare le lacune che affliggono la società. In questo contesto, l’acqua, risorsa vitale per l’esistenza umana, assume un significato ancora più profondo, divenendo simbolo di dignità e di accesso a un diritto fondamentale.All’interno del carcere, la possibilità di acquistare acqua in bottiglia è un privilegio riservato a coloro che ne possiedono le risorse economiche. Tuttavia, una parte significativa della popolazione detenuta si trova in una condizione di estrema indigenza, priva di qualsiasi sostegno esterno, relegata a una vita quotidiana segnata dalla precarietà e dalla mancanza di beni essenziali.Il progetto “Sete di Dignità” si propone di rispondere a questa necessità, garantendo, attraverso la costante fornitura di bancali d’acqua, che ogni detenuto, anche il più vulnerabile, possa disporre di almeno una bottiglia d’acqua al giorno. Non si tratta solo di un gesto materiale, ma di un atto di riconoscimento del valore intrinseco della persona, anche in un ambiente che spesso tende a marginalizzare e a disumanizzare. È un’affermazione di rispetto e di speranza, un piccolo ma significativo passo verso la riabilitazione e il reinserimento sociale.L’iniziativa è resa possibile grazie alla partecipazione attiva e generosa della comunità locale: cittadini, famiglie e imprese del territorio hanno risposto con entusiasmo all’appello, dimostrando un profondo senso di responsabilità sociale e un desiderio autentico di contribuire al benessere degli altri. Questo coinvolgimento diffuso testimonia come la solidarietà possa essere un motore potente per il cambiamento, capace di trasformare la realtà e di costruire un futuro più giusto e inclusivo per tutti. Il progetto rappresenta un modello di collaborazione e di impegno civile, un esempio di come la fede possa tradursi in azioni concrete a favore del bene comune.
Acqua e Dignità: Un Gesto di Speranza nel Carcere di Castelvetrano
Pubblicato il
